Alessandria (Anna Briano) – Il buon senso ha prevalso e gli anziani ospiti dell’Ipab Ottolenghi di Acqui Terme da ieri possono dormire sonni tranquilli. Mi riferisco alla controversia tra una casa di riposo di proprietà del Comune di Acqui e alcuni dirigenti di Amag Spa che le hanno chiesto il rientro immediato del debito con Amag Reti Idriche inerente il saldo della fornitura dell’acqua per il 2019. Qualcuno ha perfino attivato uno studio legale di Novi Ligure che non ha esitato a chiedere i soldi paventando la possibilità dell’interruzione del servizio. Il totale è di 22.500 euro, ma 15.000 – quasi i due terzi – sono già stati pagati. Ne mancano 7.500 e l’Ottolenghi, a suo tempo, aveva già chiesto una dilazione in tre rate da 2.500 euro per il saldo, dato anche il periodo di gravissima crisi a causa del Covid19. Una soluzione ragionevole che avrebbe garantito soprattutto l’ottantina di ospiti della struttura. Ma alla scadenza della proroga il saldo non era stato raggiunto e in Amag qualcuno non era più disposto a concederne un’altra. E così, mentre il presidente del Gruppo Amag Spa, Paolo Arrobbio (nella foto) era favorevole ad un allungamento dei termini, l’amministratore delegato di Amag Adelio Ferrari, correttamente, lo rifiutava con una mail in cui si leggeva: “Non autorizzato da A.d.”. A questo punto tutta la vicenda si ingarbugliava anche perché l’Ottolenghi è di proprietà del Comune di Acqui Terme che, a sua volta, è un socio importante del Gruppo Amag Spa di Alessandria, la stessa azienda che, è bene ricordarlo, il 13 marzo, aveva diffuso un comunicato nel quale c’era scritto: “In un momento di emergenza, il Gruppo Amag ritiene doveroso dare concretamente il proprio contributo, a sostegno soprattutto di chi più si trova in difficoltà, nell’ottica di quella responsabilità sociale che da sempre ne contraddistingue le attività”. Insomma, la situazione era di stallo e si rischiava una spaccatura all’interno di Amag: da una parte le ragioni del cuore di Arrobbio e dall’altra quelle della mente di Ferrari. Ma Blaise Pascal ci insegna che anche il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce, e il presidente Paolo Arrobbio le ha ascoltate, per cui lunedì mattina, nel corso di una riunione in conference call col sindaco di Acqui Terme Lorenzo Lucchini, l’assessore al Bilancio di Acqui Paolo Mighetti e l’amministratore unico di Amag Reti Idriche Alfonso Conte, ha risolto la controversia consentendo (ne ha facoltà essendo il presidente del Gruppo Amag Spa) che i pagamenti, rateizzati, a saldo del debito pregresso, possano ripartire da settembre. Immediati i ringraziamenti da parte del sindaco di Acqui che in un comunicato scrive: “Voglio […] ringraziare il Presidente di Amag per aver accettato la richiesta dell’Ipab Ottolenghi di sospendere le rate per alcuni mesi, venendo incontro alla struttura che si è ritrovata ad affrontare un’emergenza sanitaria in cui ha sostenuto spese non previste per l’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale. Questo mostra quanto in un periodo di sostanziale difficoltà un’azienda del territorio possa avere un legame stretto e radicato nella comunità, comprendendone le esigenze e i bisogni”.
Tutto è bene quel che finisce bene.
Arrobbio chiude l’accordo tra Gruppo Amag Spa e l’Ipab Ottolenghi di Acqui Terme
