“La Regione, in un comunicato del 2 maggio scorso, annunciava con toni enfatici che gli agriturismi, al pari delle altre strutture della ristorazione, avrebbero percepito un bonus a fondo perduto di 2500 euro. A fianco di questa linea di intervento – spiega Stefania Grandinetti presidente degli Agriturismi di Campagna Amica del Piemonte e della provincia di Alessandria – la Regione ne affiancava una seconda, lanciata ieri in occasione del Riparti Piemonte, destinata alle strutture che fanno attività di ricettività e declinata con formulazioni diverse a seconda della tipologia di attività. Due linee di intervento parallele che, tuttavia, hanno generato, per i diversi meccanismi di individuazione dei beneficiari, anomalie e discrepanze che, sin da subito, Coldiretti Piemonte nei diversi tavoli ha rimarcato, sollecitando chi di dovere alle dovute verifiche per mantenere gli impegni annunciati. Molte strutture agrituristiche, secondo i nostri calcoli oltre 300, rischiano di rimanere escluse da entrambi gli interventi: nel bonus ristorazione, infatti, l’errore della Regione sta nell’aver individuato i beneficiari tramite il codice Ateco (codice di iscrizione al Registro Imprese) principale anche per le imprese agrituristiche, procedura impossibile poiché l’attività principale è, e deve essere, quella agricola. Qualsiasi formula diversa – conclude la presidente – non può rappresentare aziende agrituristiche vere”.
“Forse il governatore Cirio – aggiungono in una nota congiunta Mauro Bianco Presidente di Coldiretti Alessandria e Roberto Rampazzo Direttore Coldiretti Alessandria – non era ben informato del fatto che gli agriturismi, quelli che rispettano le regole, sono innanzitutto imprese agricole, perché l’attività agrituristica è secondaria e connessa alla produzione agricola, ma non per questo meno importante; anzi è grazie a questo inscindibile collegamento che in molte aree è anche possibile fornire servizi che assumono una valenza sociale e di tutela agro-ambientale. Proprio a tutela di tutti i nostri agriturismi – spiegano Bianco e Rampazzo nella nota -, e non solo, che stanno pagando una crisi gravissima con perdite fino al 100% a causa del lockdown, non abbiamo ritenuto opportuno firmare, per ora, il Piano di rilancio del turismo piemontese nella presentazione di ieri a Venaria Reale, al contrario di altre organizzazioni che hanno fatto proclami per poi sottoscriverlo ugualmente: crediamo che ci debba essere un equilibrio tra strutture che, pur appartenendo a settori economici diversi, offrono i medesimi servizi ed attendiamo un chiarimento da parte della Regione in merito alle scelte effettuate e i relativi importi. Oltretutto, ricordiamo che gli agriturismi valorizzano al 100% il Made in Piemonte, sia a tavola sia a livello di promozione del nostro territorio, motivo per cui andrebbero maggiormente sostenuti con misure ad hoc per consentire veramente una ripartenza nella, cosiddetta, fase 2. Per questo – concludono i due rappresentanti alessandrini – non abbiamo nessuna intenzione di lasciar perdere la partita ed, anzi, abbiamo chiesto un confronto, nei primi giorni della prossima settimana, per verificare i dati e dialogare con l’assessorato al Turismo al fine di trovare una concreta soluzione alla situazione paradossale venutasi a creare”.
Da Coldiretti Piemonte: tutti gli agriturismi devono rientrare nei bonus previsti dalla Regione, Coldiretti non firma il protocollo
