di Andrea Guenna – Credo che il dottor Zangrillo abbia ragione quando dice che il coronavirus è morto. Ma sono d’accordo anche con Conte quando afferma di voler prorogare lo stato d’emergenza, causa covid, fino al 15 ottobre. E lo fa perché in Italia continuano gli sbarchi di migranti, in buona parte infetti, mentre continuano ad entrare da Est altri migranti, anche loro in buona parte infetti. Cioè a dire che, proprio quando avevamo debellato il virus, l’emergenza riemerge perché lo importiamo. In questi casi il buon padre di famiglia interverrebbe in maniera semplice ma efficace: sprangherebbe la porta d’ingresso della sua casa per evitare che entri qualcuno che possa infettare i suoi familiari. Ciò dovrebbe insegnare che, in questo momento, non si può andar dietro ai capricci delle “pasionarie del virus”, anche perché, se loro desiderano spalancare le porte d’ingresso in Italia, non si rendono conto che così facendo espongono gli italiani al contagio. Io penso che ragionare così sia una perversione mentale, frutto di una perversione sociale in atto, che tende a mettere in discussione i pochi, ma essenziali, punti di riferimento della nostra civiltà. Ma non c’è niente da fare, vincono sempre loro, quindi ha ragione il premier quando afferma che la proroga dello stato di emergenza è inevitabile, ammettendo, implicitamente, di non poter, né chiudere i porti, né sospendere il trattato di Schengen. Quindi, date le circostanze, ben venga la proroga, salvo poi non lamentarsi che l’Italia, per tutti questi motivi, fallirà. L’abbiamo voluto noi mandando in parlamento degli snob gvillini e di sinistva da salotto che vagionano sulla pelle degli italiani. Come si dice dalle mie parti: i fan i bulicci col cu’ di òtri.
Sapete che vi dico? Arrangiatevi. Io mi faccio i fatti miei e salvo il salvabile. Andrò ad abitare in campagna, terrò la gente distante e, come dice il grande Vittorio Feltri: “A me dei migranti non frega niente. Al massimo mi possono servire per pulire il giardino”.
La scelta di Conte sulla proroga dello stato di emergenza è inevitabile se non si chiudono i porti
