Casale Monferrato – Comincerà ufficialmente lunedì prossimo l’attività della newco del Gruppo Cerutti. Ad autorizzarla è stato il Tribunale di Vercelli: la nuova società è posseduta alla pari dalle Officine Meccaniche Cerutti (Casale Monferrato) e dalla Cerutti Packaging Equipment (Vercelli). A Casale Monferrato lavoreranno 134 dipendenti guidati da Marco Gandini: amministratore delegato e presidente, classe 1962, laurea in economia, Gandini ha lavorato in grandi multinazionali, in Italia e all’estero: Siemens, Italtel e Atos. Poi l’approdo in Sirti, dov’è stato chief financial officer curando i processi amministrativi, la pianificazione fiscale e la gestione delle risorse finanziarie. Nel consiglio di amministrazione del Gruppo Cerutti ci saranno anche Ettore Borrello e Luigi Spagnolo.
Escono i componenti del Gruppo Cerutti che avranno, comunque, incarichi legati al rapporto con i clienti, a consulenze commerciali, alla programmazione della comunicazione e delle fiere e alla gestione interna del sito produttivo. Garantiranno la continuità dell’esperienza in un settore in cui il gruppo ha esordito un secolo fa restando fuori dalla gestione operativa.
La Cerutti ha, infatti, una storia pluricentenaria. Nel 1880 Giuseppe Cerutti diede vita alla sua prima fabbrica: iniziò con la progettazione e la costruzione di macchine e attrezzature per la stampa, soprattutto di rotocalchi e flexografica. Poi raccolse l’eredità il figlio Giovanni che prese in mano l’azienda nel 1920 e sotto la cui presidenza ebbe una crescita rapida e robusta, arrivando in paesi come Spagna, Stati Uniti e Cina, mentre si rafforzavano i due centri di ricerca a Vercelli, nella seconda sede del gruppo, nata nel 1969, e in India e si costruiva la rete dei centri di assistenza dislocati in Europa, Asia e America Latina. Con la crisi dei giornali e dei rotocalchi la proprietà ha riconvertito la produzione: macchine per imballaggi e apparecchiature per la stampa di denaro in polimeri. Cerutti, negli anni scorsi, ha realizzato la macchina con cui la Banca d’Inghilterra ha stampato le nuove sterline, le prime a non essere realizzate in carta. Negli anni il Gruppo Cerutti è arrivato a contare oltre 700 dipendenti, ma quella crescita non è bastata a scongiurare la richiesta di concordato preventivo che ha portato alla costituzione della newco. Nei prossimi mesi il Gruppo Cerutti sarà messo sul mercato con una procedura competitiva aperta all’ingresso di nuovi soci.
La società si avvarrà di tutto il know-how costituito da disegni, brevetti, e tecnologia delle Officine Meccaniche Cerutti e di Cerutti Packaging.
Riaperti i battenti, intanto, il gruppo Cerutti tornerà a produrre, a consegnare tutte le commesse in portafoglio e ad acquisire nuovi ordini. Questo nuovo assetto rappresenta una svolta decisiva, e consente la prosecuzione dell’attività caratteristica delle due predette società. La nuova azienda si propone quindi al mercato quale partner affidabile, avvalendosi delle persone che hanno contribuito a costruire la storia di un’impresa da sempre apprezzata in tutto il mondo, nonché della tecnologia acquisita e sviluppata in oltre 70 anni di attività in quei settori.
Il nuovo corso ha però preso piede con un procedimento niente affatto indolore, anzi.
Per sopravvivere alla crisi, il gruppo ha dovuto pagare un prezzo salato: 160 esuberi tra i dipendenti e la chiusura dello stabilimento di Vercelli. Le prime due macchine, già in commessa, dovrebbero essere prodotte e consegnate entro la fine di dicembre e l’inizio di gennaio.
Un dato da cui partono nuove riflessioni da parte dei sindacati che puntano a chiedere “un ampliamento di cassa integrazione – come spiega Ivan Terranova, segretario generale Fiom Cgi Vercelli Valsesia – se le commesse saranno prodotte per la fine dell’anno non bisogna scordarsi che proprio a gennaio si esaurirà la cassa di cui usufruiscono i lavoratori. Chiediamo che sia garantito un polmone più ampio per l’ammortizzatore sociale”.
Parte la “nuova” Cerutti di Casale
