Milano (Jacopo Dani) – Quanto dura un quarto d’ora di celebrità? Per i virologi, medici, esperti vari ed eventuali, mesi. E ogni ondata che arriva ci porta delle ondate di comparsate televisive discordanti. Ricordo che scrissi un pezzo, credo a maggio, nel quale raccontavo come – usando solo dichiarazioni pubbliche – si potesse evidenziare che nel comitato di esperti di Regione Lombardia (del quale fanno parte nomi illustri e noti come Zangrillo e Galli) su 29 persone c’erano almeno una decina di posizioni diverse. E se questo avviene in Lombardia, figurarsi a livello nazionale. Davvero non vorrei essere nei panni degli avvocati Conte, Fontana e Gallera (ironia del destino, tutti e tre lo stesso mestiere), e lo dico senza pregiudizio politico perché oggi il focus è sugli esperti. Esperti che diventano eroi o perché sono anti-allarmisti o perché sono ultra-allarmisti. E anche l’ipotesi lockdown, che dovrebbe essere una cosa asettica, entra nel derby: se tifi lockdown sei di sinistra, se ripudi il lockdown sei di destra. Anche loro, i virologi, in base alla “durezza” e alla “propensione al lockdown” diventano o di destra o di sinistra. Per esempio Matteo Bassetti è diventato l’idolo delle destre e il diavolo delle sinistre. Giustamente oggi Selvaggia Lucarelli si chiede dove trovi il tempo Bassetti di andare in tutte le trasmissioni. Si dimentica, Selvaggia, di altri nomi. Tipo quello di Massimo Galli, primario del Sacco di Milano, ovvero l’epicentro dell’epicentro (Milano) dell’infezione. Ecco, Galli è draconiano, e quindi è di sinistra. Proprio come Bassetti non si sa come trovi il tempo: in due giorni si è fatto praticamente tutte le trasmissioni e i giornali cartacei e non. Il reparto, professore? Boh, magari davvero è multitasking in modo a noi incomprensibile. Galli è anche uno dei consiglieri del sindaco di Milano, uno dei più ascoltati pare. Quindi, Bassetti è di destra, come Zangrillo. Galli è di sinistra, come Crisanti. Ecco, su Andrea Crisanti mi piacerebbe aprire una parentesi. Che Crisanti sia stato l’artefice del modello Veneto, poco da dire. Poi ha litigato con Zaia, ed è finito alla corte di Conte. E tutto è cambiato: adorato e non sopportato, ha ingaggiato una lotta durissima insieme a Galli contro Zangrillo e Bassetti. Anche lui è un tipino impegnato, ma trova tempo per fare tutte le interviste. E pure qualcosa d’altro: il consulente per la procura di Bergamo per indagare sulla mancata zona rossa di Alzano e Nembro. La cosa pare incredibile, ma è vera. Il virologo che è stato chiamato dal Governo a presentare un “piano Tamponi” al contempo è chiamato dalla procura per una consulenza nell’ambito dell’inchiesta volta a capire se a chiudere Alzano e Nembro ci doveva pensare il Governo o la Lombardia. Burioni l’hanno crocifisso per presunti conflitti d’interesse molto meno cogenti. Ma tant’è. Ah, a proposito di Burioni. Il buon prof. Roberto pare aver perso un po’ di smalto. Confida sul vaccino di Pfizer, che pare che arriverà a novembre. Una cosa è certa, il suo MedicalFacts oggi apre sulle “vertigini indotte da movimenti della testa”: non ci verranno di certo per cercare i virologi. Basta tenere la testa ben fissa con lo sguardo piantato nella televisione. Li troveremo tutti là.
Zangrillo contro Galli, bufera: “Mi denunci e la chiudiamo qua”
Roma – Non c’è tregua tra Alberto Zangrillo, Primario Terapia Intensiva San Raffaele di Milano, ed il virologo dell’Ospedale Sacco (sempre di Milano) Massimo Galli. Ieri a “L’Aria Che Tira” su La7 il primario è intervenuto in diretta commentando le restrizioni del governo dovute all’aumento della curva dei contagi da coronavirus: “Credo che sia apprezzabile una gradualità d’intervento che consenta al CTS di prendere misure coerenti e proporzionate alla realtà che stiamo attraversando”.
Il consiglio al professor Galli
Poi non è mancata la frecciata al professor Galli che nella mattinata aveva puntato il dito sull’eccessiva libertà estiva come causa di questa seconda ondata: “Ho sempre cercato di evitare i due partiti di pensiero su questa situazione, quelli che sono più ottimisti, che hanno dimostrato meno enfatizzazione in termine catastrofista sono coloro che hanno un contatto più diretto con la realtà clinica – aggiungendo – stiamo affrontando un qualcosa che appartiene al mondo e non solo all’Italia, è importante affrontarlo in modo tranquillo, responsabile ed organizzato e tutti noi stiamo facendo al nostro meglio per tenere una situazione sotto controllo. A me dispiace, credo che il professor Galli trovi sempre il tempo di accusarmi velatamente o meno, questo tempo io non lo trovo, lui ha questo modo di criticare senza fare nomi, ha un’antica militanza sessantottina di cui si fa vanto, gli do un consiglio, mi denunci e la chiudiamo qua”.
A noi di Alessandria Oggi Galli non piace, dice delle ovvietà, è superficiale e non spiega il suo pensiero. Zangrillo invece è chiaro, parla con cognizione di causa alla luce della sua grande esperienza, per cui siamo ovviamente d’accordo con lui.