Torino (r.c.) – I sindacati lo chiedono a gran voce. Ma la cosa non è così semplice. Sono gli infermieri che, almeno in Piemonte, e nello specifico nelle zone di Alessandria, Torino e Cuneo, scarseggiano. La frase sembra una sorta di leitmotiv in questo periodo: “assumete personale sanitario”.
Ma quella stessa frase è anche l’ordine impartito ormai mesi fa dalla Regione ai vertici di Asl e Aso. Un apparentemente inspiegabile cortocircuito. Se l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, e il suo direttore Fabio Aimar hanno detto e ripetuto, talvolta anche alzando la voce, che tutto il personale che serve alle aziende sanitarie queste lo devono assumere senza vincoli di spesa, come si spiega la carenza oltre che di medici anche di infermieri e di Oss? Carenza denunciata da Cgil, Cisl e Uil, ma anche da altre sigle, come Nursind e Nursing Up e, in più di una circostanza, ammessa dagli stessi vertici di corso Regina.
Il 19 ottobre, ad Alba, era stata fatta la preselezione dei candidati al concorso per 12 posti di Oss bandito dall’Asl Cuneo 2. Più di duemila le domande, circa 850 quelli che hanno passato la selezione. Ma questo era successo appena due settimane fa, quando la seconda ondata del Covid era ormai una drammatica realtà.
E a denunciarla sono stati in molti tra cui Alessandro Bertaina, infermiere e guida della segreteria regionale della Cisl Sanità che ha parlato di “responsabilità molto gravi” con ritardi, burocrazia che non accelera neppure di fronte all’emergenza, lentezze spesso inspiegabili. Un mix letale che ha portato ad una situazione, perlomeno in Piemonte, ormai insostenibile.
Bertaina ha parlato di graduatorie da cui è “possibile attingere operatori sociosanitari e infermieri, ma bisogna cambiare sistema. È vero che la Regione ha dato disposizione di assumere e ha fatto bandi, ma l’offerta è quella di contratti a tempo determinato per un solo anno”:
Tutto questo, ha spiegato il sindacalista, è proposto a chi ha superato un concorso ed è in graduatoria per un’assunzione a tempo indeterminato. Ma spesso, quasi sempre, quella proposta è rifiutata.
Il segretario regionale della Cisl Sanità cita le decine di telefonate che riceve in questi giorni da Oss che lavorano con contratto a tempo determinato nel privato e che gli chiedono cosa fare.
“Come faccio a dire di lasciare un contratto come quello che hanno per uno che li garantisce solo un anno?”ha rimarcato Bertaina sottolineando che in altre regioni dove fanno meno fatica a trovare personale, come l’Emilia-Romagna, i contratti minimi sono di tre anni.
Su questo punto Claudio Delli Carri, segretario regionale di Nursing Up, ha sottolineato che sono stati richiesti tempi più rapidi “ma aspettiamo ancora che vengano pubblicate le modalità di ricerca di personale con questa offerta”.
Intanto c’è chi si muove con più rapidità come la Heilsa Recruitment, società privata con sedi in Gran Bretagna e Portogallo, che starebbe facendo ricerca di personale.
Delli Carri chiede di voler sapere chi abbia affidato a queste società la ricerca di infermieri, che dal Piemonte in più di un caso stanno tornando al Sud rispondendo agli avvisi di mobilità “e senza che si faccia nulla per cercare di convincerli a restare” osserva il sindacalista della Cisl.
Adesso si cerca di correre ai ripari, come si suol dire si chiude la stalla quando i buoi sono scappati, ma è tardi, “ormai il personale è sempre più difficile da trovare” ha sottolineato Delli Carri.
Alcune centinaia di infermieri si possono assumere ancora nel quadrante Novara-Biella-Vercelli-Vco “ma quello come altri era un concorso per posti a tempo determinato e se si continuano a proporre solo contratti di un anno sarà difficile trovare personale. Le offerte da altre regioni e dal privato non mancano e se non si cambia in fretta, si rischia di non trovare davvero più nessuno” ha amaramente constatato Delli Carri.
Insomma, il rischio è quello di tirare una coperta che rimane sempre troppo corta.
Emergenza Covid: Piemonte senza infermieri tra concorsi in ritardo e contratti brevi
