Non trasmissibile agli esseri umani rappresenta danno economico ingentissimo per le aziende
C’è molta preoccupazione anche tra gli allevatori della provincia di Alessandria, dove la filiera suinicola alessandrina conta circa 400 stalle, per la peste suina africana (PSA) che si sta diffondendo in diverse parti della Germania e che può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani. “Con il diffondersi di casi di peste suina in Germania è necessario fermare immediatamente le importazioni di animali vivi provenienti o in transito dalle zone interessate per tutelare gli allevamenti del territorio”. È quanto chiede Mauro Bianco Presidente Coldiretti Alessandria in riferimento all’estendersi dei contagi in Germania dal Brandeburgo alla Sassonia.
Dalla Germania e dal nord Europa in Piemonte arriva il 40% degli animali e la filiera suinicola piemontese conta circa 3.000 aziende, un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1.200.000 capi destinati, soprattutto, ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale.
Un possibile veicolo di contagio possono essere peraltro i cinghiali il cui numero negli ultimi anni si è moltiplicato in Italia dove si stima la presenza di circa 2 milioni di esemplari.
“Considerata la facilità di trasmissione – conclude Roberto Rampazzo Direttore Coldiretti Alessandria – il rischio che il contagio possa essere esteso agli allevamenti sul territorio piemontese e alessandrino rappresenterebbe un gravissimo danno economico per le imprese, che stanno già fronteggiando l’emergenza Coronavirus, e per la pubblica amministrazione, con costi di decine di milioni di euro per procedere ai necessari interventi di prevenzione”.