Roma (Lorenzo Mancini) – La situazione non è chiara. Di sicuro c’è che stavolta Ennio Flaiano, per cui la situazione in Italia sarebbe sempre grave ma non seria, s’è sbagliato in quanto la situazione è sia grave che seria. L’Italia rischia di essere governata da un manipolo di nominati da Mattarella che consentirebbe a Giuseppi – non si sa come poiché anche Mattarella ricopre un incarico che non potrebbe ricoprire – di governare contando solo sulla maggioranza assoluta della Camera dei Deputati. Per fare questo si starebbero attivando gli agenti dell’Aisi (intelligence interni) in collaborazione coi colleghi dell’Aise (intelligence esteri) per contattare senatori tramite noti legali vicini all’agente Giuseppe Conte e presidenti di ordini forensi a nome dello Studio Alpa, da generali della Guardia di Finanza, da amici del capo dei servizi segreti Gennaro Vecchione (nella foto sopra e nella foto a destra), da arcivescovi e monsignori vicini al cardinal Bassetti e alti prelati vicini alla Comunità di Sant’Egidio.
Tutto fa pensare che i servizi segreti italiani siano mobilitati per salvare l’agente Conte dalla sconfitta ormai certa in Senato. Naturalmente arrivano solo smentite come quella di Palazzo Chigi a proposito di un editoriale del direttore de La Stampa Massimo Giannini (complimenti collega, lei ha le palle) che stamane sul quotidiano torinese ha pubblicato un pezzo sull’attività dell’intelligence per puntellare il governo.
Anche altri quotidiani come “Il Foglio” non esitano a scrivere dell’attività degli 007 per consentire al “fratello” premier di tenere in piedi il governo. E che siamo in presenza di un’operazione al limite del lecito lo dimostra anche l’intenzione di Conte di non dimettersi nemmeno senza maggioranza. Questo, a casa mia, si chiama “Golpe Bianco” che si aggiunge a quello sanitario per cui Conte 007 continua a sfornare decreti illegittimi obbligando le forze dell’ordine a farli rispettare pur infrangendo la Costituzione.
Nella foto sopra: Giuseppe Conte insieme ai vertici dell’intelligence fra cui, da sinistra, Guerini (con la barba) e Vecchione.