Roma (Lorenzo Mancini) – Sono state rese note ieri le nuove restrizioni causa-covid con l’ultimo Dpcm di Conte valido fino al 5 marzo. Si tratta ovviamente dell’ennesimo sfregio alla Costituzione perché limita la libertà personale infrangendo l’articolo 13 che riportiamo in pagina. Inoltre i Dpcm sono stati dichiarati illegittimi da due tribunali per cui non sono efficaci, ma la gente li accetta e quindi bisogna mettersi il cuore in pace. Una domanda però ci sia consentita: perché nonostante tutte le interminabili, illegittime e devastanti restrizioni abbiamo più di ottantamila morti in un anno di pandemia? In proporzione ci sono stati più morti col Covid che nella seconda guerra mondiale che in cinque anni ne ha contati 350.000. Perché tutto ciò? I casi sono tre: o gli ospedali per avere maggiori rimborsi dichiarano morto di Covid anche chi è vittima di un incidente stradale, o non funzionano, o qualcuno a Roma racconta un sacco di balle perché non sa come fare a nascondere la sua totale incompetenza. O tutte e tre le cose messe assieme. Di certo chi alla fine ci rimette in termini di salute e in termini economici sono
i cittadini italiani. E poi, non parliamo di scienziati perché non ce ne sono. Al massimo possiamo parlare di virologi e ricercatori. Per favore, voliamo bassi che è meglio.
Da oggi l’Italia sarà in gran parte arancione: cambiano colore 12 regioni cioè Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria, Valle D’Aosta, Veneto. Resteranno così almeno per due settimane. Rosse sono Sicilia, Lombardia e la provincia autonoma di Bolzano. Gialle per due settimane almeno Campania, Basilicata, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna e Toscana.
Le restrizioni in arrivo prevedono ancora chiusure di attività commerciali, piscine e palestre, la necessità di autocertificazioni per gli spostamenti, il coprifuoco dalle 22 alle 5, la possibilità di asporto dai bar solo fino alle 18 e non fino alle 22. Invariate invece le regole per i ristoranti.Nelle zone gialle nei giorni feriali riapriranno i musei con accessi contingentati. Il divieto di spostamento tra regioni durerà fino al 15 febbraio, con l’eccezione delle seconde case dove sarà possibile andare qualsiasi sia il colore della regione ponendo fine a un divieto presente nel decreto di Natale. L’unico limite previsto riguarda il fatto che potrà spostarsi solo il nucleo familiare.
In Valle d’Aosta si è decisa una deroga rispetto alle norme nazionali: spostamenti consentiti dalle 5 alle 22 su tutto il territorio regionale, capoluogo compreso: è quanto prevede un’ordinanza del presidente della Regione Erik Lavevaz, dopo la collocazione in zona arancione.
Nuovo lockdown: istruzioni per l’uso… naturalmente incostituzionale
