Roma – Due giorni dopo essersi rifiutato di entrare al governo, il segretario dell’Udc onorevole Lorenzo Cesa ha subito una perquisizione domiciliare ed è finito improvvisamente nel registro degli indagati nell’ambito dell’operazione contro la ‘Ndrangheta “Basso profilo” coordinata dalla Dda di Catanzaro che ha interessato anche le zone di Alessandria e Pavia. Lui si dice sorpreso di avere “ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017”, poi aggiunge: “Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla Procura competente” e, “fiducioso nell’operato della magistratura”, annuncia le dimissioni da segretario nazionale Udc.
E pensare che poche ore prima i giornali parlavano di “asfissiante corteggiamento all’Udc”. “Io – confida Cesa – ho bloccato pure Whats App. Non capiscono che noi non ci muoviamo”.
Cosa è successo? Per caso si è permesso di rifiutare una proposta che non poteva rifiutare?
Intanto si viene a sapere che, per quanto riguarda la stessa operazione, l’assessore al Bilancio della Regione Calabria, Franco Talarico dell’Udc, è stato arrestato e posto ai domiciliari.
Lo strano blitz contro l’onorevole Cesa: perquisizione domiciliare e indagato per ‘Ndrangheta dopo il niet a Conte
