Roma (James Bond) – Giorgia Meloni entra nell’Aspen Institute Italia, uno dei cosiddetti think tank statunitensi che vanta tra i soci Giorgio Napolitano e suo figlio Giulio, Paolo Mieli, Walter Russell Mead, Roberto Maroni, Antonio Martino, Mario Monti, Giuliano Amato, Marta Dassù e Gianni Letta, Paolo Savona e Romano Prodi, l’ad di Enel Francesco Starace e John Elkann come vicepresidente.
Presidente Giulio Tremonti.
La leader di FdI ha infatti scacciato l’idea di una destra anti-europeista che la perseguitava per assumere vesti molto differenti.
E allora torniamo a quando Mussolini – iniziato da Saverio Fera (Gran Commendatore della Gran Loggia d’Italia) a Napoli nel 1924, per una permanenza in Loggia che durò l’espace d’un matin – riempì il Gran Consiglio del Fascismo di illustri liberi muratori: da De Bono (Gran loggia d’Italia) a Italo Balbo (Grande Oriente d’Italia); da De Vecchi (Gran Loggia d’Italia) a Ciano (Grande Oriente d’Italia), da Grandi (Grande Oriente d’Italia) a Bottai (Grande Oriente d’Italia), solo per citare i più noti. A questo punto, per chiudere il cerchio, per la Meloni sarebbe possibile entrare nel Droit Humain o nella Gran Loggia d’Italia, obbedienze massoniche che accettano le donne. Non si sa mai. Per un massone che esce ce n’è sempre uno che entra.
Lo scopo della superloggia Aspen Institute è il solito refrain massonico che ci è spiegato dal presidente Walter Isaacson quando dichiara: “Arricchiamo la vita delle persone e le aiutiamo a lavorare in modo più informato e intelligente. Insieme possiamo trovare la chiave di volta verso il successo negli affari, nella leadership, nella vita: dare equilibrio a valori in conflitto per costruire una base di lavoro comune, restando fedeli ai nostri ideali”.
Non c’è niente da fare, i Templari sono ben altra cosa.
Giorgia Meloni entra nella superloggia internazionale Aspen Institute: ciapa lì!
