Spinetta Marengo – Prosegue l’attività della Procura di Alessandria dopo il blitz di due settimane fa di carabinieri e magistrati nello stabilimento Solvay a Spinetta Marengo. Ad essere contestati alla multinazionale sono i reati di disastro ambientale e omessa bonifica.
La Solvay, intanto, ha presentato ricorso contro il sequestro dei pc aziendali acquisiti durante la perquisizione.
A più di 10 anni dalla prima inchiesta, conclusa con una condanna definitiva per disastro innominato colposo dei vertici aziendali stabilendo anche un progetto di bonifica, la procura ha dunque aperto una nuova inchiesta.
Sono stati consegnati anche i primi avvisi di garanzia ad amministratori, dirigenti e direttori dello stabilimento. I sostituti procuratori Eleonora Guerra e Fabrizio Alessandria, coordinati dal procuratore Enrico Cieri, si interrogano ora su cosa è stato realmente fatto per quanto riguarda la bonifica e soprattutto vogliono verificare quali siano le effettive produzioni nello stabilimento. Le indagini della procura hanno preso piede dopo gli esposti presentati dalle associazioni ambientaliste e da un gruppo di cittadini di Spinetta.
Ma a protestare contro la Solvay non è solo Spinetta. In Toscana, a Rosignano, l’azienda è finita nell’occhio del ciclone per l’inquinamento delle spiagge e del mare. Nei giorni scorsi un gruppo di cittadini insieme al deputato del M5S Francesco Berti e Giuseppe Bivona del fondo ambientalista Bluebelle, hanno presentato due esposti alla Procura di Livorno per chiedere chiarezza sulle attività dell’impianto.
Un’inchiesta è stata aperta anche negli Stati Uniti, in New Jersey, dove il New Jersey Department of Environmental Protection ha citato in giudizio Solvay per la contaminazione da Pfas, accusandolo di aver violato le leggi ambientali rilasciando composti industriali tossici nel suolo, nell’acqua e nell’aria vicino all’impianto. Dopo le proteste anche negli Usa, la Solvay si è appellata al segreto industriale e ha vietato all’unico laboratorio, presente in Canada, di avere la molecola di riferimento per capire se quello che è stato trovato nel sangue o nell’acqua sia proprio C6O4.
Tornando alla provincia di Alessandria, dall’Arpa hanno rassicurato che saranno effettuate tutte le analisi dei campioni prelevati ma intanto la paura tra gli abitanti di Spinetta Marengo rimane, soprattutto si teme che si possa rivivere un incubo, quello del 2008, quando la procura scoprì che nel sito industriale erano fuoriuscite sostanze che avevano inquinato i terreni. Le indagini avevano fatto emergere che le criticità del sito industriale erano da attribuire ad un difetto di manutenzione della rete idrica, talmente deteriorate da originare perdite per circa 300 metri cubi all’ora.
La Solvay, nel 2014, aveva poi da un lato proceduto alla bonifica, dall’altro aveva sperimentato nuovi prodotti chimici come il C6O4, brevettato dalla stessa azienda e appartenente alla famiglia dei Pfas che sostituisce il Pfoa, bandito dalle autorità internazionali perché inquinante.
Nel dicembre del 2019 è arrivata la sentenza della Cassazione ma a giugno dello scorso anno tracce di C604 sono state trovate nel pozzo dell’acquedotto di Montecastello facendo ripartire proteste di cittadini e associazioni.
La Solvay fa ricorso dopo il blitz di carabinieri e procura di due settimane fa che portò al sequestro dei pc aziendali
