Bosco Marengo – È stata rinviata di sessanta giorni la decisione sull’impianto a biometano che dovrebbe sorgere nel Comune di Pozzolo Formigaro in strada Aemilia Scauri, la strada romana d’interesse archeologico. Si farà oppure no?
I Comuni di Pozzolo e Bosco Marengo hanno espresso parere negativo, portando martedì alla conferenza di servizi le criticità e le preoccupazioni degli abitanti, ma è l’organo tecnico che dovrà esprimersi e per poterlo fare ha chiesto ulteriori chiarimenti, che la ditta proponente presenterà prima della seconda convocazione.
L’impianto di produzione di biometano da fonti rinnovabili interessa le frazioni di Bosco, cioè Levata, Pollastra, Quattrocascine, insorte in difesa della zona archeologica e contro i miasmi che a dire degli abitanti deriverebbero dalla lavorazione.
La ditta Mpn 2 Green Energy Srl con sede in provincia di Verona intende realizzare l’impianto nel Comune di Pozzolo Formigaro in prossimità della storica via tracciata dai romani per collegare Tortona (Derthona) ad Acqui (Aquae Statiellae), comunemente detta via Levata.
Spiegano gli abitanti: “Si raggiunge attraverso la Ss 35 Bis dei Giovi, ma non è asfaltata, è del tutto inadatta a sopportare il traffico pesante di cisterne e rimorchi carichi di liquami diretti all’impianto”. Il sito è a circa cento metri dal Comune di Bosco, proprio a ridosso delle borgate. “L’impianto dovrebbe essere distanziato dalle abitazioni e dal territorio, che come la strada romana, nella parte circostante è soggetto a vincoli archeologici” osserva il gruppo di minoranza Bosco nel cuore, che ha presentato un’interpellanza al sindaco di Bosco Marengo, Gianfranco Gazzaniga, chiedendo un confronto. Che però non è avvenuto, ma il prossimo consiglio “sarà l’occasione per conoscere le iniziative intraprese dalla giunta per tutelare la popolazione e il territorio della via Emilia da questo e da altri insediamenti. Capiamo l’utilità delle fonti rinnovabili ma la localizzazione è inadeguata” hanno sottoscritto i consiglieri Ugo Cavallera (capogruppo), Luigi Melato e Nelso Montanari.
Sarà l’occasione per avviare azioni di salvaguardia: la via Emilia nella Carta di Sogin è interessata dal potenziale insediamento del sito di stoccaggio nucleare Al-2.