Ovada – Sono stati tutti assolti i 19 dipendenti dell’Asl di Ovada che erano stati etichettati come furbetti del cartellino, ma le uscite non timbrate, anche di pochi minuti, erano tutte giustificate. Alcuni presunti assenteisti non si erano neppure allontanati dal luogo di lavoro. A stabilirlo è stata la sentenza del Tribunale di Alessandria, analizzando ogni singola posizione, per cui sono stati scagionati i lavoratori, accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato.
Tutto era cominciato nel 2014: la Guardia di Finanza, in seguito a una segnalazione, aveva installato una telecamera all’interno dell’Azienda sanitaria alessandrina nel Distretto di Ovada, in via XXV Aprile. Furono registrati i movimenti nell’atrio principale per due mesi consecutivi: i lavoratori timbravano all’ingresso, ma non documentavano le uscite attraverso una porta che conduce al parcheggio, dove gli addetti si recano a fumare o a prendere le auto di servizio. Ma quel varco non fu considerato un ingresso secondario, accessibile dal parcheggio interno.
Si ipotizzò così che impiegati, infermieri e medici avessero truffato l’azienda uscendo per ragioni private in orario di servizio. Da poche decine a centinaia di euro il danno calcolato dalla Asl, costituitasi parte civile, per assenze da alcuni minuti fino a ben otto ore.
Quattro accusati hanno patteggiato ma i 15 che hanno scelto il dibattimento ossia Alberto Santià, Antonio Pantisano, Danilo Giovanni Vercellino, Renata Badano, Cesare Mauro Carlevaro, Monica Montali, Angelo Barisione, Maria Grazia Biollo, Emanuela Giovanna Maria Cavazza, Carla Maria Fiori, Domenica Fraone, Mauro Pastorino, Enrica Simonelli, Massimo Giacinto Attilio Surdi, Giovanna Grillo, giovedì scorso sono stati assolti.