Asti – È stata la passione per gli esplosivi a tradire Giampaolo Nuara, 42 anni, identificato dalla Squadra Mobile della Questura di Asti come il responsabile della bomba carta fatta esplodere nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2019 nelle vicinanze di un ingresso secondario del tribunale di Asti, in via Duccio Galimberti.
Nuara è persona tristemente nota in città dato che è stato condannato in Appello a quattordici anni per l’omicidio dello chef Piero Beggi, del ristorante Ciabot del Grignolin di Calliano, la notte di Capodanno del 2000 e arrestato recentemente per assalti con esplosivi a bancomat e sportelli automatici delle Poste, soprattutto nel Pavese, ma anche in paesi dell’Astigiano, Alessandrino e Piacentino.
Nell’operazione “Asti Bomb” ci sono poi altre tre persone responsabili a vario titolo, di cui sono state rese note solo le iniziali. Sono: G.S., 46 anni astigiano, C.D. di 42, astigiana e il torinese G.D.R., di 44, tutti molto vicini a Nuara, collegati a lui per reati contro il patrimonio commessi in passato.
Le indagini, durate più di un anno, sono state coordinate prima dalla Procura di Asti e poi da quella di Milano. Ci sono stati 104 numeri di telefono controllati, 20 intercettazioni ambientali su auto e oltre 206.000 conversazioni telefoniche ascoltate.
Fondamentali, oltre alle testimonianze, anche i contributi delle videocamere di sorveglianza, che hanno ripreso il passaggio delle auto proprio quella notte: l’auto con cui è stato fatto il colpo, una Panda gialla, è risultata rubata, mentre altre due auto sono risultate intestate a prestanome, tra cui la compagna di Nuara.
Il giorno dell’esplosione, al 112 arrivò una telefonata anonima in cui si annunciava lo scoppio di una bomba anche al tribunale di Vercelli, che fortunatamente non si verificò. Un dettaglio, però, fondamentale: in quei giorni Nuara era a processo proprio lì per l’omicidio dello chef Beggi.
Le accuse rivolte a Nuara, e agli altri in concorso, sono quelle di minaccia al corpo giudiziario, aggravate dall’uso di un’arma, la bomba, e porto di armi in luogo pubblico. Insieme all’esplosione, infatti, quel giorno fu trovato sul posto anche un pannello con su scritto “Ringraziate a Pavone Deodato Amerio Morando morirete tutti”, con in basso un disegno stilizzato di una bomba. Minacce rivolte ai magistrati astigiani Vincenzo Paone, Laura Deodato, Roberto Amerio e Giorgio Morando.
A tradire Nuara, secondo quanto ricostruito dalla Polizia astigiana, è stata la sua ricerca di materiale esplosivo, fatta poco prima del colpo. Prova del fatto che lui potesse essere l’ideatore, oltre che l’esecutore materiale. Nuara aveva, infatti, cercato una miccia lunga che gli permettesse di far esplodere la bomba ma a distanza, per tutelare la sua incolumità e quella di una seconda persona, che probabilmente lo aveva accompagnato, mentre gli altri facevano da vedette.
Nuara non è ancora stato interrogato dal gip. Le indagini, su disposizione del pm della procura di Milano, Enrico Pavone, sono state chiuse. Nuara ora è in carcere per gli assalti ai bancomat.