Alessandria – Si sono insediati da pochi giorni i neo direttori generali dell’Asl, Luigi Vercellino, e dell’Azienda ospedaliera, Valter Alpe, e già dovranno affrontare un problema non da poco: il personale sanitario che non si è ancora vaccinato.
Secondo la Regione, in tutto il Piemonte sono circa 18.000, un numero che comprende una vasta platea: dai medici agli operatori socio sanitari, dai tecnici agli infermieri, al personale non solo di Asl e ospedali ma delle case di riposo e di tutte le altre strutture sanitarie.
L’elenco degli interessati è stato trasmesso in questi giorni dalla Regione alle Asl, alle aziende sanitarie e alle altre strutture. I non vaccinati saranno invitati a immunizzarsi. Se non lo faranno, scatteranno le sanzioni, fino alla sospensione dal lavoro e dallo stipendio.
I direttori generali della sanità pubblica per il momento non parlano.
Dall’Asl si stima che in provincia siano circa 1.800 i non vaccinati nel comparto sanitario. La direzione generale ha deciso di costituire un gruppo di lavoro composto da personale amministrativo e sanitario per gestire esclusivamente il problema del personale non vaccinato dell’azienda. Ne faranno parte alcuni amministrativi e tre dottori: un vaccinatore, un medico legale e un medico competente. Spetterà a loro valutare con attenzione ogni singola situazione.
Le regole varate dal governo il 1° aprile impongono l’obbligatorietà della vaccinazione. Non è più consentito il “rifiuto ideologico”. A questo punto, avuti i nomi, le norme prevedono che i non vaccinati siano convocati dai datori di lavoro (Asl, Ao, case di riposo, cliniche e così via) e invitati a sottoporsi all’immunizzazione entro un certo numero di giorni. A quel punto, nei confronti di chi continuerà a persistere nel rifiuto del vaccino, potranno scattare le sanzioni, con la sospensione dal servizio e anche dello stipendio. E provvedimenti disciplinari da parte degli ordini professionali.
Per quanto concerne l’Ordind dei medici, interverrà solo nell’ultima fase, dopo aver ricevuto le segnalazioni dal datore di lavoro o dall’ente, e aprirà un procedimento disciplinare. Tra le sanzioni c’è la sospensione temporanea.
Come spiegato da Antonello Santoro, presidente dell’Ordine de Medici, ricorsi ci sono già stati soprattutto in Veneto, da parte di no vax, ma sono stati tutti respinti dalla magistratura.
Santoro ha poi sottolineato che la Federazione nazionale degli Ordini dei medici si è espressa chiaramente a favore dei vaccini e nei confronti dei no vax e che il vaccino è l’unica soluzione possibile.
Pensiero condiviso anche da Giovanni Demicheli, nefrologo al “Santi Antonio e Biagio” di Alessandria e segretario provinciale dell’Anaao Assomed, sindacato dei medici ospedalieri.