Genova (da Il Secolo XIX) – Diventa un caso politico la lettera di un gruppo di 24 medici vaccinatori volontari genovesi, che prendono posizione contro l’uso del vaccino AstraZeneca per le donne sotto i 50 anni. La lettera era stata scritta all’indomani del primo “open day” delle prenotazioni volontarie senza limite di età volute dalla Regione per utilizzare quanti più vaccini a vettore virale possibile. “Non è un vaccino per giovani, negli Usa non è autorizzato e per le donne sotto i 55 anni il rischio di trombosi venose esiste, meglio aspettare il proprio turno con i vaccini a mRna”, scrivevano i medici che in queste settimane sono stati impegnati nel supporto della campagna vaccinale. Adesso è il consigliere regionale Ferruccio Sansa a rispolverare la lettera e annunciare un’interrogazione al prossimo consiglio regionale. La Regione non replica alle parole dei medici e rimanda alle linee guida dell’Aifa che non hanno posto limiti all’uso di AstraZeneca (ma lo hanno consigliato per gli over 60). Il gruppo consiliare di Cambiamo, il partito del presidente Toti, invece attacca Sansa: “Siamo amareggiati perché ancora una volta viene squalificato il lavoro della sanità ligure. La decisione di somministrare AstraZeneca agli under 60 è stata presa dall’Aifa e la Regione si è adeguata offrendo questa possibilità solo su base volontaria. In fase di prenotazione vengono rese note le caratteristiche del vaccino che si è scelto”. Ma la lettera dei medici volontari ha fatto rumore anche all’Ordine dei medici, con il presidente Alessandro Bonsignore che annuncia provvedimenti: “Questa storia non mi piace. Voglio capire subito se ci sono gli estremi per aprire un procedimento disciplinare nei confronti di questi colleghi. I vaccinatori volontari devono sostenere la campagna vaccinale e non scatenare dubbi e sospetti nelle persone: come si fa a dire che il vaccino di AstraZeneca può essere pericoloso quando è stato autorizzato dall’Aifa?”. Bonsignore vuole convocare al più presto alcuni medici, a partire dal chirurgo ex San Martino Leonardo Chessa che si era proposto come rappresentante del gruppetto di volontari, quando era difficile trovare vaccinatori. “Le parole hanno un peso e possono fare danni. Un testo del genere non può finire su Facebook e poi essere strumentalizzato dal punto di vista politico”, aggiunge, “È un problema deontologico e dovranno rispondere di quello che hanno scritto”. Leonardo Chessa, che firma la lettera con altri 23 medici tra cui Guido Rodriguez, non fa marcia indietro ma spiega che non si tratta di un’obiezione di coscienza contro il siero anglosvedese: “Abbiamo espresso le nostre perplessità sul fatto che quel vaccino venga proposto a determinate categorie. Ma al momento di vaccinare non abbiamo mai mandato indietro nessuno. È una discussione interna. Piuttosto la Regione dovrebbe porsi il problema di come raggiungere e vaccinare gli “invisibili”, come gli stranieri senza codice fiscale: in Liguria non ci sta pensando nessuno”.
24 medici genovesi contro il vaccino AstraZeneca
