di Jimmy Barco – Dopo la panoramica sul Campionato di Serie B con l’Alessandria protagonista, proviamo a capire cose c’è e cosa manca in casa mandrogna secondo un’analisi dell’organico, a due settimane piene dalla chiusura della finestra di mercato estiva, tenendo presenti gli obiettivi stagionali anche secondo le aspettative che gli sportivi ripongono sulla prossima stagione agonistica. Premessa: dieci lustri lontani dalla cadetteria sono un’era geologica. Non solo il management (Mister a parte) deve riparametrarsi rispetto al passato. Il nostro Club ora non è recepito dal sistema-calcio come una società leader. L’anno passato di questi tempi eravamo i primi degli ultimi oggi siamo gli ultimi dei primi. In C i giocatori top della categoria qui venivano anche a piedi, per la cadetteria adesso siamo nella terza fascia di gradimento. Il Mocca è stato lo stadio di Baloncieri, Giuanin Ferraris e Gianni Rivera (i primi che mi vengono in mente) ma chi oggi è stato testimone diretto delle gesta di questi campioni? Ciccio Marescalco o Cammaroto sono, tra gli altri, i nostri miti attuali e questi nomi non scatenano la fantasia di nessuno in giro per l’Italia. Sarebbe come sostenere che Mario Tessuto con “Lisa dagli occhi blu” sia stato un profeta della storia musicale italiana: se abbiamo voglia di far ridere l’Italia pallonara va bene poi ci consiglieranno un valido psicologo per un consulto a spese della Lega B. Ritornando al calcio cadetto dobbiamo confermarci in categoria, questo è il primo irrinunciabile obiettivo. Poi pensiamo a sedimentare il nostro peso in questo nuovo (e per noi ancora misterioso) mondo. La conferma in cadetteria diventa così una questione centrale per lo sport cittadino, per il calcio piemontese e, soprattutto, il momento del riscatto della città che, grazie al salto di categoria, si pone all’attenzione di tutto il Paese. Un fenomeno che ricorda, in piccolo è ovvio, la vittoria azzurra agli Europei di calcio, poi ribadita dalle 40 medaglie alle Olimpiadi giapponesi. Questi trionfi tricolore sono la vetrina per vendere meglio i nostri prodotti, per rilanciare il Made in Italy che aveva perso smalto agli occhi del mondo. Gonfiare il petto, far decollare il senso di appartenenza, l’entusiasmo e una rigenerata positività della nostra gente: per questo sono strategiche certe imprese sportive per poter urlare l’orgoglio di una ritrovata efficienza italiana. Adesso occupiamoci del calcio di casa nostra, analizzando lo stato dell’arte dell’organico a disposizione di Longo.
Parliamo di formazione
Per la maglia di portiere in lizza ci sono Pisseri (l’eroe della stagione scorsa) e il giovane e gigantesco Russo (che qualche partita in B l’ha già in referto) arrivato dall’Entella via Sassuolo, la terza scelta sarà Crisanto. Di difensori centrali ce n’è una nutrita pattuglia (mal assortita però) per tre maglie da titolare: Blondet, Prestia, Bellodi, Cosenza, Di Gennaro, Benedetti, Mantovani, Sini e Macchioni. Dei due mancini presenti nel manipolo (e uno sempre in campo è tatticamente indispensabile) Sini è fermo al palo almeno fino al prossimo gennaio mentre Macchioni si è evoluto da giovane promessa del nostro vivaio a… oggetto misterioso. In realtà in questo elenco entrerebbe di diritto pure Parodi il quale, schierato da Longo come terzo difensore centrale, ha fatto sì che andassero in tilt almeno tre mister avversari durante i playoff. Ma questo giocatore, le caratteristiche e l’intelligenza tattica, meritano un discorso a parte. A qualche collega dovrebbero cominciare a fischiare le orecchie. Sembra una polemica sterile e intempestiva ma non è così. Per carità, per il sottoscritto non è stata una sorpresa che qualche vecchia conoscenza, calcisticamente comprovata analfabeta di ritorno, si ostini a pubblicare minchiate senza mai approfittare delle occasioni per tacere. Se lo scopo di gente de genere consiste nell’ andare a vedere la partita gratis in una situazione confortevole è comprensibile, se invece ci si mette pure a discettare di cose che non si conoscono è come ascoltare un parrucchiere per signora che in tv parla di Covid e vaccini. Ma nessuno glielo sussurra, magari in privata sede, evitandogli certe figure di merda che, tra l’altro, minano la credibilità dell’intera categoria?
Tornando alle cose serie nell’organico le due maglie destinate agli esterni di centrocampo se la contenderanno il suddetto Parodi, Mustacchio, Mora, Pierozzi, Beghetto e Lunetta, gli ultimi due mancini di piede. Per le due caselle di mediano centrale sono in corsa Casarini, Bruccini, Frediani, Ba e Giorno; a ben vedere potrebbe mancare un quid di esperienza, di qualità, di centimetri e chili.
Adesso passiamo alle opzioni per i due titolari “sottopunta”: Arrighini, Chiarello, Kolaj e Orlando. Ci mancano ancora uno o due nomi “pesanti” perché è da lì che passa la qualità del gioco e l’imprevedibilità. L’unica punta centrale prevista dal modulo potrebbe rispondere al nome di Eusepi o Corazza, o Marconi. Anche qui piacerebbe un’altra prima punta di livello perché sia Eusepi che Corazza in carriera sono stati spesso a un centimetro dalla B ma poi sono stati bocciati al momento buono. Fondamentale quindi l’arrivo di 3 prime scelte (più Celesia, o chi per lui) dei quali un centrocampista centrale di qualità e quantità, una punta per dare il cambio a Marconi e una sottopunta).
Due milioni buttati via: occorre sfoltire
Al momento Moreno Longo allena 30 giocatori fra i quali c’è qualche doppione ed elementi che non sembrano avere il passo della B. Se arrivassero, oltre a Celesia, altri tre titolari il gruppo sarebbe composto di 34 elementi: un piccolo esercito. Comunque troppi per essere allenati tutti insieme e un potenziale problema per lo spogliatoio. No, non mancano gli attaccapanni negli spogliatoi ma il troppo stroppia. 24 elementi sono il numero giusto per formare un organico numericamente adeguato per affrontare questo campionato. Per arrivare ad avere “solo” 24 effettivi in rosa ci sono quindi 10 giocatori da piazzare sul mercato e, attenzione, non dieci giocatori a caso ma “quei dieci”. Rispetto ai giocatori della rosa nell’annata appena conclusa sono partiti Scognamillo al Catanzaro (ma nel girone di ritorno era già in prestito ai calabresi), Celia, rientrato alla Casa Madre per fine prestito. Poi Di Quinzio che è stato ceduto al Pisa nello scambio “tre per uno” con i toscani e due/tre ragazzotti sono andati in prestito a compagini di Serie D dopo esser stati visionati in ritiro. Rubin è rientrato alla Reggina per fine prestito (giocatore da ricordare giusto per aver trasformato il rigore decisivo contro il Padova) mentre Gazzi (il quale ha tuttora in corso un annetto di contratto da calciatore) ha cambiato ruolo diventando assistente di campo del Mister, scelta questa a dir poco curiosa, quasi una furbata vista la riservatezza del personaggio certo tutt’altro che un buontempone idoneo a far gruppo, ma sulla sua utilità nel nuovo ruolo sarà Longo ad esprimersi dopo averlo visto all’opera.
Giusto per dare un ordine di grandezza, se ci rimanessero sulle corna quei “dieci piccoli indiani” in odore di giubilazione il costo sarebbe di circa 2 milioni di euro che graverebbero sulla nuova annata amministrativa, risorse buttate al vento perché non avrebbero nessuna valenza tecnica. E, se così fosse – due milioncini dicono tanto e non dicono niente – parliamo di oltre il 25% del monte spese per la stagione 2021/2022. Speriamo quindi che le operazioni in uscita entrino nel vivo e vadano a buon fine, naturalmente senza ricorrere ai classici “aiutini all’esodo”, operazioni di maquillage tecnico- finanziario nelle quali siamo diventati autentici specialisti. Invertire questa tendenza, qui diventata ormai consuetudine, prima o poi ce la faremo? Prima della gestione Di Masi i soldi da spendere erano sempre pochi e insufficienti, adesso ce ne sono anche troppi, visto che il management a volte li spreca.