Scomodare un romanzo vincitore del Campiello per parlare di una partita dei Grigi e della nostra città, per qualcuno potrebbe sembrare eccessivo ma…, tant’è. Si chiosa di argomenti che, per molti di noi, sono stati il sale della vita. Un cenno alla sconfitta subita in casa contro il Brescia nell’esordio casalingo stagionale. Abbiamo impegnato un avversario di tale levatura imbrigliandolo dalle marcature “a uomo” predisposte da Longo per tutta la prima frazione di gioco, poi “Super Pippo” ha cambiato qualcosa in mezzo al campo, abbiamo subìto il gol a inizio ripresa, gol che ha cambiato gli equilibri della partita costringendoci a un nuovo spartito che non siamo ancora in grado di interpretare con successo. Considerazione che vale per le nostre prime tre prestazioni in campionato: al netto del valore delle avversarie, tutte di prima fascia, quando mai abbiamo messo il pepe al culo dell’avversario e lo abbiamo costretto alle corde? Neppure quando abbiamo fatto tre gol in una partita come a Benevento. Nei trecento minuti fin qui disputati ne abbiamo fatti meno di un centinaio decentemente. Decentemente si, ma senza mai dare la sensazione di avere la vittoria a portata di mano. Vediamo il futuro cosa ci riserva e puntiamo tutto su Longo che qui ha già fatto cose straordinarie. Adesso parliamo del contesto di questa partita e qui invece i possibili miracoli per il rapporto fra squadra e città sono tutti da inventare. La campagna abbonamenti, per esempio: la Società mette in vendita un numero modesto (causa Covid) di tessere. Eravamo tutti convinti che in due giorni sarebbero stati bruciati, in realtà quasi il 10% sono rimasti invenduti con numeri sono simili ai campionati di C pre Covid. E meno male che sabato scorso il tifo è stato qualcosa di commovente per intensità e calore sennò il nostro Mocca, che anche in TV ha fatto una gran figura, poteva essere scambiata per la classica “cattedrale nel deserto”. Altra nota: gli esercenti dei locali pubblici alessandrini in occasione del Capodanno Alessandrino festeggiato una decina di giorni fa hanno individuato come tema conduttore della ricorrenza la promozione in B dei Grigi. Il messaggio era chiaro: la Serie B è un momento di rinascita benché sia stato perseguito, voluto (e pagato) da chi con la Città avrebbe poco da spartire. La città non ha neppure potuto contribuire con un sostegno fisico e morale alla cavalcata finale (nonostante quello che qualche giornalista ha tentato di farci credere in questi mesi e sorvolando le motivazioni di questi maldestri tentativi, connotati da una piccineria senza speranza). Di fatti alla seconda riprova questa città è stata ancora una volta contumace: le oltre 300 persone previste in arrivo da Brescia non hanno trovato un minimo di accoglienza organizzata, una birreria aperta ad orari inusuali e comunque nessun ristorante che si sia proposto di rifocillare per bene i tifosi al seguito del Brescia. Ma possibile che le organizzazioni sindacali dei commercianti funzionano solo quando c’è da compilare il 740? Stavolta chi ha approfittato della conquista della B per organizzare il Capodanno, avrebbe dovuto darsi una mossa ma… non si è mosso nessuno. Nel calcio siamo fra le prime 40 città d’Italia ma in senso assoluto non penso rientriamo neppure fra le prime 150. Ecco perché si è citato il romanzo di Bevilacqua “Questa specie d’amore”. Se c’è amore fra Grigi e la città ma che cazzo d’amore sarà mai? Forse quello che non va oltre le parole, quello cioè che non serve a nessuno. A questa città meglio non chiedere niente: se c’è da prendere se lo prende da sola e non ringrazia neppure. Quando invece arriva il momento di dare Alessandria diventa Il deserto dei Tartari e stavolta citiamo un altro capolavoro letterario, stavolta di Buzzati. Adesso un piccolo mistero in casa grigia: Arrighini sembra sparito dai radar. Il giocatore, determinante nel finale di campionato scorso, nei Playoff vittoriosi e nella successiva Coppa Italia, è desaparecidos. Pensare che qualche piuma disincantata indaghi o faccia domande così imbarazzanti a chi di dovere togliamocelo dalla testa. Ma soprattutto, chi di dovere parli del problema (anzi, parli di tutto quel che deve e non solo in Piazzetta della Lega o con i suoi amichetti in birreria) è follia sperar. Che il nostro centravanti sia stato rapito dalla rediviva Anonima Sequestri e il silenzio stampa aiuta le trattative per il riscatto oppure è possibile che il nostro Arrighini sia risultato infestato da una tribù di vermi solitari non è dato a sapere, immaginiamo invece si tratti di “semplici” problemi contrattuali. Semplici neppure tanto, visto che persino in amichevole contro il Genoa è subentrato a partita in corso e poi sostituito dopo un po’ di minuti. Speriamo non si tratti di un nuovo caso-Macchioni quando, nella stagione passata, filtra la voce che parla di difficoltà nel “gestire” l’imberbe terzino. Ora a Vercelli in C, dove è stato ceduto, è titolare inamovibile, i biciolani sono in testa alla classifica e lui evidentemente è sotto le cure di professionisti più bravi dei nostri a “gestire” certe tensioni, nonostante si stia parlando di pischelli che hanno appena messo il naso nel calcio professionistico.
Ad maiora.
I Grigi e la loro città: questa specie d’amore
