Di Masi ha avuto ancora una volta ragione quando ha sostenuto – un mesetto fa – che il momento giusto per fare ragionamenti globali sulla stagione dei Grigi sarà il “dopo Como” e non il “dopo Cosenza”, come invece si pensava. La vittoria sui calabresi (ma non la prestazione, secondo me ancora lontana da uno standard competitivo) consente ai ragazzi in grigio di lavorare bene durante la sosta. Ha poi confermato che i limiti di alcuni nostri giocatori non sono certo superati e non sapremmo se superabili o meno. Che un Marconi qualunque, seppur non ancora al 100%, per questo collettivo risulta un elemento di peso determinante e che con lui in campo cambiano le opzioni di gioco. E che, lui insieme a Ba, ci paiono al momento gli unici acquisti azzeccati fra la dozzina dei nuovi arrivati, ahimè giovani virgulti compresi. Guardando poi la classifica e fissando la media punti partita a 1,2 (45 punti finali, quota presso che certa per arrivare fuori dai playout) ci mancano, rispetto alla linea di galleggiamento ideale, 4 punti: ritardo accumulato in soli 7 turni, troppi punti persi in troppe poche partite. È pur vero che i tre punti a vittoria sono gli stivali delle Sette Leghe come nella favola, ma d’ora in poi, fino alla fine del girone d’andata, il malefico punto e qualcosa a partita dovrà essere un obiettivo centrato a partire già nella prossima sfida a Como, dobbiamo centrare almeno un punticino perché giochiamo contro un’avversaria che, ragionevolmente, farà corsa con noi fino alla fine. Se poi continua la luna di miele col pubblico mandrogno, davvero notevole nelle prime partite casalinghe sia per numero di presenti che per l’intensità dell’affetto che ha fatto vibrare il Mocca come non mai, è tutto grasso che cola, anche se punti non ne porta. Dopo le polemiche susseguenti al discutibile arbitraggio di Lecce, s’è corsi ai ripari e già contro il Cosenza in panchina c’era Gallione in qualità di addetto all’arbitro. L’arrivo di Gallione non è stato annunciato tempestivamente (forse problemi di tesseramento o semplici modalità di comunicazione al solito “faticose”) ma il nostro ex arbitro è tornato a far parte integrante dell’organigramma societario ed è questo che conta. Ci sarebbe da chiedersi come mai si sia deciso a luglio di fare a meno di una figura importante come l’addetto all’arbitro e non pensiamo siano state le nostre invocazioni dopo Lecce (i soli peraltro) a far cambiare idea a chi di dovere, ma siamo felici che la Società sia ritornata sui suoi passi e abbia pensato utile quello che Cichi si augurava succedesse. Chiaro che, repetita iuvant, mica penseremo di esserci garantiti arbitraggi casalinghi in casa e devoto rispetto in trasferta solo perché abbiamo Gallione in panchina… Adesso, dopo sette turni alle spalle, una cosa solo immaginata si è rivelata al di sopra ogni più rosea previsione: la Serie B. Rispetto alle categorie frequentate negli ultimi 50 anni, la cadetteria è tutto un altro pianeta, un campionato bellissimo con piazze prestigiose si ma, soprattutto, società dotate di organizzazioni da riferimento nelle quali operano dirigenti di valore assoluto. E pensare di affrontare una prova del genere con uomini e catene di comando che bastavano si e no in “C” è un azzardo che può avere risvolti disastrosi. Anche perché, mancare nel 2022 la permanenza in B, potrebbe significare fare un passo indietro di 10 anni per tutti. Una cosa è certa: quando sentiamo giornalisti o dirigenti di calcio pronunciare la fatidica frase: “il Girone xy della “C” è in realtà una B2” sappiate che stanno abusando non solo di un luogo comune trito e ritrito ma pure della dabbenaggine della mancanza di cultura sportiva del lettore o dell’ascoltatore. La C infatti, dopo aver anche solo annusato la cadetteria, ha giusto le misure del terreno di gioco, il numero dei giocatori, alcune regole di base e l’uso dei piedi per colpire la palla in comune con la Serie B. Per il resto “in B si fa calcio per davvero”, in C c’è qualcuno che tenta di farlo. Sperando che questa “pax sociale” non ci costi troppo, si va a Como fra una decina di giorni col tarlo di proseguire una miniserie positiva. Poi: B è bello, troppo bello per un appassionato di calcio e tifoso dei Grigi. Messaggio questo che sembra sia stato gradito e recepito anche da tutta la famiglia sportiva alessandrina, a parte magari qualche inguaribile pigrone per il quale la categoria inferiore è la coperta di Linus o, se preferite, una polizza d’assicurazione per garantirsi uno stipendio comodo senza dannarsi tanto.