Valenza – Operai specializzati nella lavorazione del gioiello? A Valenza non se ne trovano ed è probabile che a breve sarà ancora peggio. A dirlo è la Fiom Cgil Alessandria che ha lanciato l’allarme nei giorni scorsi. Cosa confermata da Confindustria e dai cartelli di ricerca personale che spuntano qui e là per i locali di Valenza.
Ad incidere, negativamente, sembra che siano le poche le scuole di formazione che formano meno di un centinaio di giovani l’anno, subito intercettati dai grandi colossi del lusso mondiale. Ma il settore, ora con la ripresa, ne cerca molti di più, tanto che a breve è prevista l’apertura di nuove fabbriche che dovrebbero assorbire in tutto un migliaio di lavoratori.
A Valenza l’esempio è quello di Bulgari che aveva annunciato una nuova fabbrica in zona Pellizzari, verso Pecetto, che porterà all’assunzione di altre 700 maestranze, rispetto alle 700 già alle sue dipendenze. Anche se, ora, la posa della prima pietra prevista a inizio 2022, sembra essere slittata un po’ più avanti.
La caccia all’operaio esperto, insomma, è sempre più selvaggia tanto che le aziende, come sottolineato dalla Fiom di Alessandria, arrivano a sfilarsi a vicenda i dipendenti. Il sindacato chiede alle aziende di contribuire in modo da avvicinare i giovani al mondo della produzione del gioiello. In questo senso un progetto che sembrava interessante era quello dell’Academy di Damiani che aveva acquistato il Palafiere di Valenza per realizzarla ma ora è tutto fermo.
Fabrizio Grossi, responsabile delle Relazioni industriali di Confindustria Alessandria, conferma il periodo di difficoltà anche se ricorda che la ripresa non è nemmeno ancora del tutto piena, nonostante i segni che indicano fatturati in crescita a doppia cifra: nel primo semestre dell’anno l’export nel distretto del gioiello di Alessandria è arrivato a valere 700 milioni, in crescita del 36% secondo dati Federorafi.
Anche nel distretto di Torino si registra una importante crescita con le esportazioni di gioielli che sono arrivate a valere 200 milioni (+ 90%).
Mancano operai specializzati e a Valenza l’industria del gioiello rischia di frenare la sua crescita
