Torino – I 46.000 interventi di ristrutturazione edile avviati finora in Piemonte piazzano la nostra regione al nono posto in Italia, per un affare da mezzo miliardo di euro, ma anche una corsa a ostacoli, tra prezzi alle stelle e ponteggi introvabili. E un cantiere su due è fermo. Questo è il prezzo da pagare per la “Passione Superbonus” che vede il Piemonte indietro nella graduatoria delle regioni italiane. La colpa? Burocrazia, ma non solo: anche i costi dei materiali e tempi che hanno finito per ingolfare un settore che, dopo anni di sofferenze deve ripartire. Secondo i dati forniti da Ance Piemonte, al 30 settembre la nostra regione, per quanto riguarda i lavori partiti è nona dietro la Puglia e davanti alla Calabria. Per rimediare si sta pensando ad una rimodulazione del Superbonus, restringendolo solo ai condomini e non più a villette o edifici di poche unità familiari, e ciò andrebbe contro tendenza in quanto fin qui gli interventi hanno riguardato prevalentemente gli edifici unifamiliari (il 51,2% del totale) e unità immobiliari indipendenti (34,9%). Ne azzeccassero una al Mise che con questa decisione spiazza un po’ tutti. È una brutta notizia (meno male che come premier c’è quel fenomeno di Draghi) anche perché fin qui si è fatta soprattutto carta, ma lavori pochi e le commesse legate alle proprietà unifamiliari erano quelle maggiormente abbordabili per artigiani e piccole aziende. Ora, dopo aver spinto queste realtà ad assumere nuovi collaboratori e fare investimenti, si rischia di ridurli sul lastrico perché i lavori per i condomini sono più adatti ai grandi general contractor. Per quanto riguarda i condomini, fin qui la quota è decisamente ristretta: agli inizi di febbraio 2021 rappresentavano il 7,3%. a settembre la quota è cresciuta, ma senza andare oltre il 13,9%. Si tratta di lavori con importo medio di quasi 560.000 euro, mentre quelli sulle singole abitazioni oscillano tra i 90 e i 100mila euro. Senza considerare che ci sono anche problemi a trovare materiali e soprattutto ponteggi: se si possono avviare quattro cantieri, si trovano forniture sufficienti per due. E c’è chi deve fare scorta all’estero. Inoltre il prezzario regionale non ha ancora recepito gli aumenti e potrebbe essere aggiornato solo a inizio 2022, stando a quel che promette la Regione, ma molte aziende temono di rimetterci. In questo contesto il prolungamento del Superbonus potrebbe presentare benefici in quanto darebbe respiro agli operatori e allenterebbe la stretta sui prezzi.
Il pasticcio del superbonus: in Piemonte bene le villette, flop nei condomini
