di Andrea Guenna – I miei amici e io non alzeremo il calice per festeggiare la riapertura del teatro di Novi, che da oltre settant’anni è intitolato a Romualdo Marenco, mediocre musicista novese dell’Ottocento al quale, peraltro, è già dedicata un’importante via della città. Hanno voluto così più di 70 anni fa i comunisti che sono sempre stati in gran parte anti italiani, per i quali il teatro cittadino non doveva più essere dedicato a Carlo Alberto di Savoia, un esponente di quella dinastia che ha fatto l’Italia, ma all’autore del Ballo Excelsior. L’inaugurazione di sabato e domenica sarebbe stata un’ottima occasione per rendere a Carlo Alberto e ai novesi migliori il maltolto, intitolando nuovamente il teatro al padre del Risorgimento.
Carlo Alberto, liberale, libero muratore illuminato che ha frequentato la Rispettabile Loggia Bienfaisance di Alessandria di Via Pontida, un gentiluomo colto e raffinato che i trinariciuti, o non conoscono perché sono dei crassi ignoranti, o non vogliono ricordare perché scomodo per la loro propaganda grama, rozza e becera, è stato un paladino del riscatto nazionale e della libertà italiana, un autentico liberale, un sovrano riformatore.
Dopo l’ascesa al Trono del Regno di Sardegna del 27 aprile 1831, inizia una politica lungimirante e al tempo stesso attenta alla sicurezza interna con una serie di riforme quali l’abolizione della costituzione e della feudalità in Sardegna, la promulgazione nel 1837 del codice per l’unità giuridica del regno, l’eliminazione delle barriere economiche interne.
Il rapporto che stabilisce con personalità risorgimentali come Vincenzo Gioberti e Massimo D’Azeglio lo porta a trasformarsi in un punto di riferimento per molti patrioti, anche novesi.
Il 4 marzo 1848 concede la Costituzione, denominata Statuto Albertino (pensato e scritto a più mani proprio ad Alessandria una ventina di anni prima insieme a Santorre di Santarosa della Bienfaisance, il già molto anziano Venerabile Antonio Rivaro, Domenico Figini e Ferdinando Isola, della Rispettabile Loggia La Confiance di Novi), accolto con grande entusiasmo e speranza, esempio di democrazia liberale apprezzato in tutta Europa col quale di fatto Carlo Alberto trasforma la monarchia assoluta sabauda in una monarchia costituzionale.
Inizia la prima guerra d’Indipendenza contro l’Austria e inaugura l’Epopea del Risorgimento ma, dopo le prime vittorie militari, subisce la sconfitta di Custoza ad opera del maresciallo Radetzky del 23 luglio 1848 ed è costretto all’armistizio. Dopo la sconfitta di Novara del marzo 1849 abbandona la Corona abdicando in favore del figlio Vittorio Emanuele II.
Al di là di tutto, la sua azione politica e militare, pur con alti e bassi, è stata fondamentale per le sorti dell’Europa e dell’Italia che, se è una Nazione, è soprattutto grazie a Lui, Principe di Carignano e Re di Sardegna.
Ma a Noeuve in lu san, “ma a Novi non lo sanno”.
Vergogna.