Casale Monferrato – Potrebbe davvero aver fine domani la questione della ex Cerutti, dopo tentennamenti e rinvii, col rogito notarile tra Bobst e ex Cerutti per siglare il passaggio della proprietà alla multinazionale di San Giorgio. Avvenuto questo, la Bobst sarà pronta all’assunzione delle prime figure professionali nella sua filiale italiana: trenta lavoratori che non era stato possibile assumere prima per questioni legate alla mancanza di un documento che confermava la proprietà.
Lo scetticismo regna però tra gli ex dipendenti che hanno pubblicamente affermato che ci crederanno solo a firma conclusa. Una notizia positiva è che sono cominciati ad arrivare i primi soldi della Naspi, mentre ritarda la cassa integrazione retroattiva ottenuta da giugno a fine settembre. Nella fabbrica di via Adam, tolte le bandiere, è rimasta solo più la scritta “agonia” che rappresenta quanto hanno sofferto i dipendenti in questo lungo periodo, senza soldi, senza sostegni, con la rabbia dentro di chi chiede solo di lavorare con un’esperienza di 30/40 anni maturata sotto il marchio internazionale Cerutti, ora fallito.
Intanto in consiglio regionale è stata avanzata la proposta di reindustrializzazione, avanzata dai due consiglieri leghisti Alessandro Stecco e Angelo Dago ai quali ha risposto l’assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino: “Stiamo monitorando il processo di reindustrializzazione delle Omc e confermo massima attenzione per evitare la dispersione di un patrimonio tecnologico e industriale che da anni opera nel casalese e vercellese.”
Parole, quelle della Chiorino, che hanno incontrato la soddisfazione dei sindacati che hanno chiesto un incontro urgente alla Regione.
Giovedì il passaggio ufficiale dalla Cerutti alla Bobst
