Torino – Da un po’ di tempo non si vedono più malati di raffreddore, di influenza, di epatite, di polmonite, di cancro, ma solo di Covid. Un virus str…ano che probabilmente non è letale ma che certamente ha paralizzato gli ospedali. Paralizzati e rovinati economicamente per cui dalla Regione Piemonte sono giunte precise indicazioni gestionali volte a favorire il rientro: bisogna tagliare, ridurre, evitare voli pindarici. Con indicazioni stringenti su quanto si debba spendere per un tampone e persino per un singolo contatto nell’attività di tracciamento. Nessun margine di libertà o autonomia. Se ad esempio la spesa media per ogni singolo contatto nell’ambito del tracciamento dei casi Covid dovesse essere superiore a 5 euro “è indispensabile che l’azienda presenti uno studio di fattibilità che illustri gli scenari di riorganizzazione”. Per i tamponi non è consentito superare una spesa media superiore a 21 euro a test. E non si deve andare sopra i 12 euro per ciascuna inoculazione di vaccino anti-Covid. La Sanità piemontese (ma anche in tutta Italia) è coi bilanci in “profondo rosso” che causa un forzato immobilismo che il Piemonte conosce molto bene e da cui è uscito solo nel 2017 dopo sei anni di lacrime e sangue. I deficit del consuntivo 2021 sono pesantissimi e grandi timori esistono anche per il bilancio di previsione del 2022. Nei giorni scorsi a tutti i direttori generali, sanitari e amministrativi è arrivata una lettera firmata dal direttore regionale Mario Minola che minaccia controlli a tappeto: se non si è in grado di stare entro i limiti imposti dalla Regione si deve chiedere l’autorizzazione presentando un piano dettagliato, mentre l’azienda sanitaria “dovrà assicurare una riorganizzazione dei processi produttivi per mantenere un livello complessivo di spesa pari al consuntivo 2019, l’anno ante-pandemico”. Quanto alla gestione dei casi Covid, il tetto da non superare per i pazienti curati a domicilio è di 156 euro. In caso contrario l’azienda dovrà spiegare il suo piano di riorganizzazione con ricchezza di dettagli sul tempo medio delle attività e i relativi impatti economici. Insomma, s’è passati dalla pandemia alla bancarotta e alla guerra in Ucraina. Non c’è fine al peggio.
Ospedali in bolletta, la Regione: tagliate!
