Genova – Autostrade per l’Italia e Spea Engineering – divisione del Gruppo Atlantia un tempo delegata ai monitoraggi – hanno chiesto di patteggiare, pagando poco meno di 30 milioni di euro allo Stato, e hanno ottenuto l’ok della Procura. Le due aziende sono imputate in base a una legge specifica sulla responsabilità amministrativa, che consente di chiamare in causa il datore di lavoro dei singoli inquisiti contestando i medesimi addebiti. Si tratta di un’implicita ammissione di responsabilità che è venuta fuori con la richiesta della difesa ieri in aula al processo per il crollo del Ponte Morandi del 14 agosto 2018 che causò 43 morti. Da parte dei magistrati è arrivato via libera, dopo aver informato il Comitato ricordo vittime che a sua volta non ha mosso obiezioni di natura etica, e la transazione dovrà essere adesso ratificata dal giudice dell’udienza preliminare Paola Faggioni. Aspi ha già risarcito tutti i familiari, tranne due che hanno scelto di chiedere i danni per via processuale, pagando nel complesso 63 milioni, e ha finanziato la demolizione del vecchio e la ricostruzione del nuovo viadotto, entrambi elementi tenuti in considerazione dalla Procura. Ora la somma concordata coi pubblici ministeri è suddivisa in modo netto: 26,85 milioni sono messi a disposizione a fini di confisca quale “ingiusto profitto” per la mancata esecuzione della ristrutturazione dei tiranti sui piloni principali, che avrebbe avuto quel costo impedendo il collasso, rinviata fino al giorno del disastro; 1,8 milioni è invece la vera e propria sanzione. Le persone imputate per il crollo restano 59, a vario titolo per omicidio stradale plurimo, falso, disastro e attentato alla sicurezza dei trasporti. La maggior parte sono dirigenti e tecnici, o ex, di Aspi e Spea, incluso l’ex amministratore delegato di Autostrade Giovanni Castellucci (nella foto). Per quanto riguarda il rinnovo della concessione, nel giugno 2021, il consorzio sotto il controllo del Tesoro poiché guidato da Cassa Depositi e Prestiti (al 51%), con dentro Blackstone Infrastructure Partners (24,5%) e i fondi gestiti da Macquarie Asset Management (24,5%), ha raggiunto l’accordo con la holding Atlantia per l’acquisizione dell’88,06% del pacchetto azionario di Aspi. Ma la vendita, a distanza di nove mesi, non è stata ancora completata: qualche giorno fa Atlantia ha comunicato lo slittamento a giugno, per motivi tecnici.
Ponte Morandi: Autostrade per l’Italia e Spea Engineering chiedono di patteggiare
