Livorno – L’attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile, diretta dalla Procura della Repubblica di Livorno, prende le mosse da una truffa posta in essere nella città labronica nell’estate del 2020, quando, dopo una serie di contatti telefonici, una famiglia della provincia di Livorno prese appuntamento con dei sedicenti gioiellieri di origine israeliana, abitanti in Svizzera e con alcune gioiellerie in diverse località del Piemonte, fra cui Alessandria, per vendere alcuni gioielli di famiglia. Nell’incontro preliminare, i beni furono valutati 264.000 euro. Al successivo e definitivo appuntamento, fissato dagli acquirenti nella business room di un prestigioso hotel cittadino, avvenne la vendita dell’oro, con contestuale consegna delle banconote. Non ci volle molto tempo a chi aveva venduto l’oro di famiglia per capire di essere stato truffato avendo ricevuto in pagamento banconote da cento euro false. I truffatori, abili nel confondere i venditori, avevano ripetutamente consegnato la stessa mazzetta di banconote autentiche, facendole contare alle parti offese con una macchinetta conta soldi e, quando la restituivano ai sedicenti gioiellieri, la sostituivano con una mazzetta falsa, ripetendo il raggiro sino al raggiungimento della cifra concordata. I truffati hanno presentato denuncia alla Squadra Mobile di Livorno, che immediatamente avviava le indagini per la Procura di Livorno fino a quando non è stata individuata una banda di truffatori seriali, tra loro anche legati da vincoli di parentela, dimoranti in varie località del Nord Italia ed il cui “dominus”, ideatore di questo ingegnoso metodo truffaldino (denominato “rip-deal”), è un alessandrino. Sono stati quindi predisposti servizi di appostamento e monitoraggio dei sospettati, finché, alcuni giorni fa, alle prime luci dell’alba, sono state eseguite le perquisizioni – delegate dalla Procura della Repubblica di Livorno – nelle città di Bergamo e Torino, dove nel frattempo si era spostato il capobanda mandrogno. Nel corso delle attività, gli investigatori della Squadra Mobile di Livorno, con la preziosa collaborazione degli omologhi uffici delle Questure territorialmente competenti, hanno proceduto al sequestro di banconote false di taglio da cento euro identiche a quelle utilizzate per la truffa in questione, oltre a una pistola a impulsi elettrici tipo “teaser” e una lampada UV per verificare la veridicità delle banconote, funzionale a compiere i raggiri e guadagnare la fiducia dei malcapitati di turno. Nelle pertinenze dell’abitazione di uno degli indagati, è stato poi individuato un vero e proprio deposito di banconote false, in varie valute (Euro, Dollari Statunitensi, Kune Croate e Franchi Svizzeri), per un corrispondente valore nominale di oltre 60 milioni di Euro, destinate evidentemente ad altre truffe in procinto di essere attuate. Alla luce di quanto accertato, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria quattro malviventi (di età compresa tra 21 e 29 anni), tutti con svariati precedenti penali a carico, in particolare per reati predatori e contro il patrimonio, anche commessi mediante frode.