Alessandria – Oggi, a proposito di bonus e superbonus edilizi, molti di coloro che vorrebbero iniziare le pratiche di ristrutturazione di case o condomini, si scontrano con dinieghi più o meno cortesi da parte degli istituti di credito, che in teoria dovrebbero accaparrarsi i crediti fiscali maturati da chi esegue interventi edilizi incentivati dai numerosi bonus esistenti, in primis il più giovane 110%. Per quelli che invece hanno già iniziato i lavori nessun problema. Il Decreto Aiuti dovrebbe essere approvato in questi giorni al Senato e riguarda la proroga anche per le unità unifamiliari della scadenza di giugno sull’avanzamento dei lavori (la data entro la quale completare una quota dei lavori, per avere diritto ai bonus, sarebbe portata a settembre, o forse più avanti), ma soprattutto la quarta cessione del credito fiscale. Il costo dei lavori lo copre lo Stato fino al 110%, scontandolo dalle tasse; poiché pochi pagano un Irpef sufficiente a recuperare il credito, si tende a cederlo a soggetti capaci di anticipare le somme, quali le banche che però stanno esaurendo i budget. Per Ance, l’associazione dei costruttori, in Italia, fino al primo aprile, si sono registrati 139.029 interventi legati al Superbonus, per un ammontare di 24,2 miliardi di euro (quasi 17 miliardi, il 70%, si riferiscono a lavori già realizzati). In un mese, dal 1° al 31 marzo, l’incremento è stato del 13,4% nel numero del 14,6% nell’importo, ovvero circa 16.500 interventi in più per oltre 3 miliardi. In Piemonte ci sono stati quasi diecimila interventi per 1,7 miliardi, nella nostra provincia circa 900 interventi per un valore complessivo di circa 200 milioni.
I Bonus sono diventati Malus: le banche del territorio hanno quasi tutte chiuso i rubinetti, a rischio di blocco molti cantieri
