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Cichinisio

Conferenza Stampa dei Grigi: s’è acceso il microfono ed è stato un gelido silenzio Artico

12 Maggio 2022 admin_AG Cichinisio 1221

Conferenza Stampa dei Grigi: s’è acceso il microfono ed è stato un gelido silenzio Artico

Ieri sera nel pomeriggio si è tenuta la conferenza stampa con Artico a rappresentare la Società. In molti speravano che il DS, nell’occasione, avvalorasse a modo suo, con mezze frasi e parole biascicate, la tesi della parte di tifoseria politicamente corretta (si fa così per dire) che continua a scrivere sui social la minchiata colossale: la colpa è tutta di Di Masi. Questa corte dei miracoli formata da un centinaio di sedicenti tifosi (dei quali, si e no una trentina, ha in leasing il cervello i modalità “bambino undicenne” perché il resto trattasi di pappagalli multicolore), tre anni or sono aveva spinto per piazzare il loro idolo Artico sulla scrivania più prestigiosa del club mandrogno e, in tutto questo tempo, ha blindato il DS, adottando le posizioni più cervellotiche ma utili a mantenere la loro punta di diamante in quel ruolo chiave. E lì, se vogliamo, si consuma la colpa di Di Masi: dopo la luna di miele dei primi mesi (cene e discoteche con mogli e fidanzate al seguito, organizzate dai massimi dirigenti assieme al loro nuovo DS, accompagnato pure lui) Artico comincia la triturazione scientifica di mister Scazzola e la sua proposta di promuovere, a dicembre di quell’infausta annata, Martini (che mai aveva fatto l’allenatore titolare in vita sua ma forte per essere un suo sodale) a nuovo allenatore, sperando che qualcosa succedesse nel girone di ritorno. Di Masi a quel punto si rende conto che quella è una mossa ad minchiam volta a congelare lo status quo e in pratica buttare nel cesso mezza stagione e tanti soldi. Il presidente opta quindi per assumere un allenatore “vero” e, anziché dare il benservito al neo DS e issare Gregucci sulla panca, sottovaluta due aspetti, e cioè che quel DS e quel mister sono lontani anni luce e non possono lavorare proficuamente insieme e, soprattutto, che Artico non è il professionista che fa al caso dei Grigi, checché ne pensino quei tifosi adoranti e grafomani ed ha la vocazione del divisivo. Questo, almeno secondo noi, è l’errore originale di Di Masi, l’errore che ha poi dato origine a due stagioni infernali con l’intermezzo dei primi 5 mesi di Longo, protagonista unico, con i giocatori, della cavalcata vincente che porta la B. Nel primo articolo che abbiamo scritto dopo la finale playoff abbiamo attribuito un voto alto, 8, al Longo e 5 al lavoro del DS. Sapevamo che dare un’insufficienza al DS che, nominalmente, aveva portato la squadra in B dopo 40 anni, era una provocazione ma, anziché leggere le motivazioni, tifosi, dirigenti e Fabione stesso hanno bocciato quel 5 come irricevibile e ci hanno fatto il vuoto attorno: pazienza. Ma il tempo, stavolta e purtroppo, è stato galantuomo e la “mala gestio” del Direttore, lì per lì mascherata da una insperata promozione, è tornata a galla, ingigantita da endemici limiti e difetti che arrivano da lontano. Ieri sera Artico si è presentato all’incontro dimesso, contrito e umile, nessun giornalista ha voluto infierire passando sopra (o ignorando perché non sanno di cosa si sta parlando) a bugie che il Nostro, fra una lacrimuccia e una professione di fede, ci ha comunque propinato: a fine mercato estivo, per esempio, i mediani centrali in rosa erano 4 e non 5, come sostenuto da Artico, al punto che una giovane mezzapunta (Milanese) ha dovuto trasformarsi in mediano. Per il resto la tesi base del DS è stata questa : “siamo tutti colpevoli”! E, come si dice: ”tutti colpevoli nessun colpevole…”. E bravo il bomberone! È passata inosservata persino la mistificazione secondo la quale “in fondo siamo retrocessi per un punticino…” peraltro suggerita da qualche inutile astante. Come dire: ma cosa sarà mai un punto in 38 partite? Un palo, un gol annullato, un errore difensivo hanno così vanificato 3.800 minuti di gioco disputati in una stagione. Sgombriamo il campo dall’equivoco: alla fine non è mancato un punto bensì i punti mancanti sono stati 10, perché la quota minima che devi raggiungere in stagioni normali se vuoi salvarti sono 45 3 non 38. E 10 punti su 45 sono oltre il venti per cento in meno del totale che si sarebbe dovuto raggiungere. In una stagione con l’andamento classico, infatti, con la media punti a partita che abbiamo raccolto, saremmo virtualmente retrocessi già a metà febbraio. Vero il particolare sottolineato da Artico che i playoff vincenti di C lo hanno costretto a rinunciare a un periodo che normalmente si utilizza per mettere a punto le strategie di mercato. Però era tanta la fiducia nella squadra che lui stesso aveva allestito in C che, neppure mentalmente, si era preparato un piano B nel caso, poi verificatosi, di promozione. Inoltre, ma ieri nessun giornalista lo ha rilevato, fra le colpe che si è attribuito, c’è stata quella di non essere intervenuto puntualmente e con autorevolezza (ma quella proprio non ce l’ha, se non quella riconosciuta dai suo amichetti di libagioni: l’autorevolezza te la riconoscono gli altri e non basta il ruolo per esercitarla) nei momenti difficili della stagione. Crediamo si riferisse soprattutto alle manifestazioni di disagio e di non condivisione della linea societaria di Longo, esplose fragorosamente durante la stagione ad intervalli regolari. Nel caso Artico si è sempre trincerato dietro un assurdo silenzio, lasciando (se non suggerendo…) alla tifoseria sconcertata che il vero, comodo e sicuro obiettivo fosse Di Masi. In realtà se noi andassimo a studiare il passato, ci saremmo accorti che il nostro DS aveva già “cucinato”, con il contributo di alcuni giornalisti e dei tifosi soliti noti amici suoi, il già citato Scazzola e poi, dopo una guerra senza quartiere, Gregucci. Con Longo però questo DS non ci ha nemmeno provato perché Moreno non è certo pane per i suoi denti e le armi, anche quelle non convenzionali, utilizzate contro i due precedenti mister, erano poco più che punture di spillo visti i risultati macinati sul campo dall’attuale mister. E allora il furbacchione finto umile che strategia ha adottato? Se il nemico è più forte di te alleati con lui. Così ha fatto, cieco e sordo davanti alle pubbliche esternazioni del mister di cui molte le abbiamo trovato improvvide e ingiustificate, sia nella forma e pure nella sostanza. Ha lasciato inoltre che Longo si costruisse una propria repubblica secessionista all’interno della struttura attraverso un suo personale cerchio magico a lui totalmente votato, che prevedeva una serie di figure professionali dello staff, compreso un addetto stampa ad personam. Ma voi immaginate possibile che un Corvino o un Giannitti, per esempio, potevano consentire che il loro allenatore diventasse un libero professionista slegato dalle necessità, dalle logiche e dalle politiche societarie? Pensiamo che questa alzata d’ingegno Longo la pagherà nel corso della sua carriera che, gli auguriamo, riprenderà quota dopo l’inciampo di questa retrocessione. Ergo: puoi fare anche il guru intoccabile e inscalfibile ma devi avere la personalità e la cultura sportiva di Mourino e, comunque, gli obbiettivi sportivi li devi centrare sennò non ti perdonerà niente nessuno. Ma se qualcuno pensava di poter ricavare ieri sera notizie utili per capire il passato e immaginare il futuro si sbagliava, come avevamo modestamente preannunciato due giorni fa. Le analisi le devono fare i critici e non le argomentazioni dei professionisti sono di parte. Su giornali specializzati, poi, sono usciti pochi giorni orsono i dati ufficiali relativi ai costi di ogni rosa dei club cadetti. È sorprendente rilevare, almeno per alcuni, dati alla mano, che il monte stipendi pagato da Di Masi è ben superiore a quello di almeno sei altre squadre nostre competitor, smentendo brutalmente la tesi diffusa e bugiarda secondo la quale la proprietà in questa stagione sarebbe stata sparagnina. Dato che immaginiamo chi l’ha elaborata e strumentalizzata, facciamo una domanda: non sarà che lo stesso DS che ieri ha confessato di aver avuto a disposizione un budget in linea con gli obiettivi sia la stessa persona che per mesi ha convinto i suoi ambasciatori ad avvelenare i pozzi sostenendo il contrario? La componente comunque uscita peggio da questa conferenza stampa è sicuramente la critica sportiva alessandrina. E pensare che questa kermesse, pensiamo, è stata organizzata perché certi giornalisti hanno frignato per poter scrivere qualcosa comunque. Un concetto, un’analisi o una previsione questa classe giornalistica non è in grado di elaborarla e questi principi della piuma abbisognano costantemente di chi suggerisca argomenti e valutazioni. Poi pubblicano, ad esempio, la stronzata più falsa e fuorviante di tutte: secondo alcuni di costoro ci sarebbero concrete speranze di ripescaggio! Una volta per tutte: sappiate che, se anche sparisse la Reggina da calcio, i Grigi non sarebbero mai riammessi alla B. In un solo caso sarebbe possibile un ripescaggio, e cioè nel caso in cui una fra i 39 club di A e di B, dovesse saltare (e non si hanno notizie in tal senso) allora forse si potrebbe pensare in un ripescaggio. Certo, a parziale scusante di questo buco nell’acqua giornalistico, dobbiamo sottolineare come mancassero due colonne portanti dell’informazione sportiva alessandrina di cui uno, alla fine di qualunque partita, rivolge al mister sempre la stessa domanda: “Mister, come ha visto la partita?”. L’altro addetto ai media che ha brillato per la sua assenza è quello che paga per scrivere, ma bisogna sapere le condizioni del suo contratto di sponsorizzazione a favore dell’editore: comprende la sua partecipazione alle conferenze stampa oppure no?. Ma pensiamo non sia mancato a nessuno.

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