18 Dicembre 2016, Assemblea Nazionale del PD. Parla dal palco Giachetti e lo fa proprio mentre è in onda la diretta di un telegiornale nazionale. Il dirigente esordisce rivolgendosi così al suo compagno di partito: “Io penso che tu, onorevole Speranza, hai proprio la faccia come il culo!” e poi continua rivolto agli astanti: “Avete la faccia come il culo”.
Tutta Italia sentì quelle parole da cotanta tribuna. Le polemiche furono furiose. A distanza di sei anni possiamo affermare che Speranza abbia dimostrato, grazie alla sua attività di Ministro della Salute, che Giachetti, nell’occasione, aveva visto lungo. Così abbiamo proposto al nostro editore di organizzare un premio intitolato proprio a Giachetti e al suo incipit. Individuare il primo candidato vincente non è stato facile. Alla fine ci hanno convinto una serie di minchiate via social ravvicinate e consecutive di tal Giarre, ideologo ufficiale, dandy lancia cori della Nord nonché luogotenente ufficiale dell’attuale DS Artico. Per fregiarsi di un onore simile davanti a tutta la città.
Giarre non si è superato, in quanto il suo faccino da uomo rude (si fa così per dire) è simile ad un’altra parte anatomica collocata sotto l’osso sacro, così come Speranza. La cosa che però che ci ha tolto ogni dubbio sulla legittimità della nostra scelta è stata un post su un social nel quale minaccia pesantemente, augurandogli ogni sventura e terribili ritorsioni, a un supposto attivista tortonese di Casa Pound che avrebbe coperto, dopo la nostra retrocessione, alcuni piccoli scritti su muri e piloni appiccicati dai nostri Ultras con frasi canzonatorie. Ebbene, ve lo immaginate il Nostro impegnato nottetempo in un raid per punire l’odiato fascista di provincia? E gli anellini indossati alle dita dei piedi sono compatibili con gli anfibi, calzature ideali per certe “missioni”?
Per non parlare poi dell’abbronzatura perfetta di Giarre, le sopracciglia rasate e il gel nei capelli. Per chi ha conosciuto i “Katanga” (servizio d’ordine di Potere Operaio) degli anni ‘60 la cosa stride un po’. E poi disporre la pena di morte per il solo motivo che costui sia neofascista ci pare un po’ “putiniano”. Ma quella è l’ultima delle perle di Giarre. La più succulenta invece è un intervento del nostro amico dalla carnagione caraibica nel quale si avventura a spiegare a Di Masi dove e perché ha sbagliato nella gestione dell’Alessandria. Ma dov’era Giarre quando il tifo organizzato ha praticamente giubilato Mora, Branca, e Scazzola, ha issato Notaristefano in panca, giusto per citare i casi più clamorosi? E quello zuccone di Di Masi non ha colpevolmente seguito fino in fondo i consigli dispensati dal nostro caraibico e carismatico leader del Senato Accademico? Quanto spreco di saggezza. Di Masi ha però accontentato la “piazza” assumendo Artico in un ruolo chiave legandolo alla Società per 5 anni. Errore fatale, quello sì, e sarà un miracolo se Artico non trascinerà nel guano tutto il calcio mandrogno (a proposito della “faccia come il culo”). Lo sappiamo, le nostre esternazioni non sono gradite a certo tifo e a certa stampa. All’inizio per forma e contenuti, adesso pare principalmente per la prima. Comunque sia complimenti a Giarre: la prima edizione del Premio Giachetti è tuo e quel riconoscimento non te lo toglie nessuno. Neppure Artico, il quale, al momento, sembra aver vinto in questa città una sua battaglia personale, quella della sua sopravvivenza: sapete quanto costerà a questa città e a questa società, per i soli emolumenti, il nostro Bomberone in qualità di DS grigio? All’incirca un milione e trecentomila euro (1.300.000), ben più dello stipendio di un Direttore Generale della locale Cassa di Risparmio. E non entriamo nel merito dei danni collaterali provocati dalla sua attività. Quanto poi alle parole piene di buon senso che gronda dalle righe un’intervista rilasciata dal Preside del Plana relativa ai Grigi vorremmo sommessamente ricordare che non possono essere i tifosi o gli sportivi a chiedere “spiegazioni” a un Presidente così come non deve essere il numero 1 della Società a tranquillizzare il popolo, giusto per ristabilire il corretto rapporto fra proprietà societaria e pubblico. Se qui ci fossero più spettatori e meno tifosi le cose andrebbero meglio. Indignatevi pure anche per questa banale verità, ma pensiamo sia così. Anche perché più tifosi, con i gesti e le loro parole d’ordine, ci sono e meno pubblico accorre al Mocca.
Meditate gente, meditate.