Acqui Terme – Invece di aumentarli, le Ferrovie Italiane i treni li sopprimono. Certo, con tutto il lavoro che devono fare i poveri ferrovieri negli eterni cantieri bisogna, per quanto possibile, diminuire le mansioni. Così va a finire che non funziona più niente e nelle tratte tra Piemonte e Liguria bisogna rassegnarsi a tempi di trasferimento biblici. Ma i pendolari non ci stanno perché hanno già scritto alla Regione e si profila anche una raccolta firme. La protesta, stavolta, parte da Savona e interessa la linea ferroviaria che, attraverso San Giuseppe di Cairo, arriva ad Acqui e, da lì, prosegue fino ad Alessandria, servendo tutta la Valle Bormida. A scatenare l’ira dei viaggiatori è stata la cancellazione, scattata con l’orario estivo una decina di giorni fa, del treno delle 6,11 in partenza dalla città ligure, l’unico mezzo pubblico che consente di trasferirsi a chi lavora ad Alessandria. Ma le Ferrovie evidentemente dei pendolari non si cura e, senza preavviso, hanno cancellato il treno per sostituirlo col solito bus con tempi di percorrenza molto più lunghi. Uno dei mezzi parte da Savona alle 6,11, stesso orario del treno, per arrivare ad Acqui, che si trova a metà della linea, alle 8,22, vale a dire cinque minuti dopo l’arrivo ad Alessandria del treno che partiva alla stessa ora. L’altro parte da San Giuseppe di Cairo alle 6,39, capolinea ad Alessandria alle 8,56, tre quarti d’ora in più rispetto all’ordinario. Le Fs hanno istituito un terzo bus sempre da Acqui per Alessandria, per cui l’acquese è sempre più isolato, con le linee per Genova, Asti, Alessandria e Savona in forza dei tagli ai treni.
Disastro Ferrovie: ancora un treno soppresso e i tempi si allungano
