A margine della conferenza stampa del Presidente dell’Alessandria Luca Di Masi, di cui abbiamo già pubblicato i contenuti principali nell’articolo precedente, ci sembra doveroso condividere alcune riflessioni. Nell’ occasione i giornalisti mandrogni si sono rivelati poco più che pedestri amanuensi, pessimi lettori di situazioni pelose e di tutto quel “non detto” che, talvolta, è sostanziale rispetto alle dichiarazioni ufficiali.
- Oltre la gentilezza formale e le parole urbane usate da Di Masi in conferenza stampa l’approccio presidenziale ci è parso, nella sostanza, di una durezza a noi sconosciuta. Ci riferiamo al richiamo, neppure tanto velato, che la prassi, ormai assurta a sistema qui da noi, della buona uscita per incentivare l’esodo di chicchessia, stavolta non sarà applicata. Se qualcuno dei tesserati fa conto sui soldi di Di Masi per rimpinguare ingaggi futuri poco generosi sarà meglio che riveda i suoi piani. Di Masi sembra deciso a non godere gli indubbi vantaggi per il proprio portafoglio delle buonuscite concordate pur di obbligare certi professionisti, se vogliono avere una continuità di carriera attraverso contratti su altre piazze, a dover rinunciare alle pingui integrazioni mandrogne su contratti futuri. In pratica: Di Masi preferisce perdere soldi suoi pagando chi ha dimostrato, secondo lui, di non meritarseli sotto il profilo tecnico e/o umano e non favorirlo a livello professionale. La logica suggerisce che DS e Mister, per esempio, se vogliono continuare a lavorare in piazze che possano assicurare loro garanzie tecniche decenti, dovranno rinunciare a farlo se, per la bisogna, diventano indispensabili i soldi di Di Masi.
- Se così fosse ci verrebbe da pensare che, se i su citati DS e Mister “mollassero l ‘osso” (se ne andassero cioè con le tasche vuote), magari il nostro Presidente potrebbe rivedere la sua chiusura dichiarata e proprio certe partenze senza condizioni diventerebbero viatico per ricominciare a investire con rinnovato entusiasmo.
- Nessuno poi ci ha informato (ci mancherebbe altro che certi giornalisti ci informassero) circa un particolare che potrebbe aprirci gli gli occhi, almeno quelli non velati dalla
cataratta dell’odio e del risentimento. Dovete sapere infatti che, nel caso che Di Masi avesse intrapreso la soluzione della liquidazione della società (lasciando quindi al sindaco della città l’onere di fondare un nuovo club al quale il “sistema calcio” troverebbe sistemazione in campionati dilettantistici) il proprietario dei Grigi risparmierebbe immantinente almeno nove milioni di euro che, invece, sarà costretto a ripianare interamente tenendo in vita la Società (Novara insegna). Sui social certi tifosi inqualificabili continuino pure nella gara volta a trovare l’insulto più triviale da appioppare a Di Masi, peccato che sono stati ignorati personaggi loschi, infedeli, approfittatori, incapaci e indegni. Ci riferiamo a quelli che costeranno alla società per la loro (pessima) attività milioni di euro. Il Presidente invece, ne ha cacciati quasi 40 dei propri per tentare di portare all’onore del mondo i Grigi. Se poi gli stessi tifosi mentecatti gioiscono al pensiero di “ricominciare da Castellazzo”, con tutto il rispetto, quello è un problema loro ma ‘sti quattro stronzi incapaci e analfabeti non possono certo decidere per tutti cosa sia meglio per un club con la storia dei Grigi. Anzi, se la linea la dà certa gentaglia con Penna Scadente in testa, abbiamo la certezza matematica che quella scelta sarà iniqua e perdente. - Ultima notazione per i giornalisti presenti in sala stampa durante la conferenza. Non sappiamo cosa si aspettassero di sentirsi dire da Di Masi ma ci sono parsi, almeno tranne due eccezioni, frastornati e a corto di domande illuminanti. Chi di loro non parla e non scrive, o quelli che pagano per scrivere o tutti coloro i quali sono figuranti della claque a disposizione di Penna Scadente potevano andarsene in piscina che nessuno se ne sarebbe accorto. Ci chiediamo invece chi di loro, fra parlanti, dormienti o prezzolati, concordano con quei sedicenti tifosi per i quali assistere a una partita sul campo di Valdengo o a Brescia sia la stessa cosa, così come apprezzare certi giocatori fantastici visti giocare in B sia come bearsi delle giocate di tal Conrotto o Lupone.
Ce lo facciano sapere sapere, così riusciremo a darci una risposta a domande irrisolte che ci poniamo da anni.
Quali per esempio: ma la nostra classe giornalistica è più informata dei suoi lettori?