Torino – Secondo i dati dell’Osservatorio Nomisma continua la tendenza positiva nel mercato immobiliare per chi compra o per chi vuole vendere casa. Analizzando le statistiche elaborate dagli esperti del centro studi, i segnali positivi arrivano innanzitutto dal comparto residenziale: nonostante i due anni di pandemia e il conflitto in Ucraina, non si è smorzato l’interesse nei confronti della casa, soprattutto in un’ottica di investimento come bene-rifugio. Già da più parti, infatti, si fa notare come in un periodo in cui i mercati finanziari sembrano sempre in bilico, l’ipotesi di impegnare il capitale nel caro vecchio mattone risulta sempre forte. Nel 2021 — come dimostrato anche dai dati elaborati dall’Agenzia delle Entrate — le transazioni residenziali hanno registrato un aumento di circa il 28% rispetto all’anno precedente. E questo ha portato anche a un importante incremento dei valori di compravendita, che registrano una variazione media del 2,6% per le abitazioni nuove e del 2,1% per l’usato. Un effetto positivo che prosegue anche nei primi mesi dell’anno in corso e che finisce per coinvolgere tutte le zone e i quartieri della città. Un fenomeno che si accompagna soprattutto alla compravendita di abitazioni nuove, mentre per le case che hanno già avuto un proprietario, l’attenzione si concentra soprattutto sulle aree del centro o comunque poco distanti dal cuore del capoluogo piemontese. E in un mercato così vivace, la voglia e la disponibilità a fare l’affare si riverberano anche nei tempi necessari per chiudere l’accordo tra le parti, che risultano meno lunghi: poco più di 5 mesi quelli necessari per il nuovo, addirittura meno di 5 per l’usato. La forbice tra richiesta e domanda, coerentemente con quanto emerso nelle tempistiche, si accorcia. Per le case nuove è intorno al 6,5% mentre per le usate resta in doppia cifra, al 12%. Chi non compra, ma cerca una casa da prendere in affitto, si trova nella stessa condizione di vivacità, per quanto riguarda domanda e offerta: i canoni calano in tutte le zone della città, determinando una variazione media negativa su base semestrale pari allo 0,6%. Aumentano però i tempi necessari per affittare un appartamento nuovo, da due mesi a due mesi e mezzo. Stabili a due mesi per le usate. Discorso differente, invece, per quanto riguarda gli immobili commerciali o professionali: qui la pandemia, con i suoi cambi di abitudine nel lavoro e nei ritmi di vita, ha generato numerosi cambiamenti. Ma non è tutta incertezza, quella che raccontano i dati Nomisma: nella prima parte del 2022 il settore ha cominciato a mostrare alcuni timidi segnali di miglioramento. In particolare, l’incremento annuale per gli uffici è dell’11%, mentre per i negozi si arriva al più 27% delle compravendite. Salgono anche i valori: più 0,9% per gli uffici, più 1,3% per i negozi. Ma nelle aree periferiche della città si fa ancora fatica: infatti i tempi di vendita salgono a sfiorare i dieci mesi. Crescono però anche i canoni di affitto, come non accadeva da 15 anni: più 1,5% per gli uffici e più 1,2% per i negozi.
Il mercato del mattone scoppia di salute, vendite e prezzi in aumento
