“Sono Mister Wolf e risolvo problemi”: parafrasando una scena cult del film Pulp Fiction di Tarantino avevamo accolto l’assunzione di Fabio Artico 3 anni e 3 mesi or sono DS dei Grigi. C’erano problemi già allora nella direzione sportiva e abbiamo sperato che l’arrivo del Bomberone, benedetto da tifosi e giornalisti, risolvesse, nel tempo e con perizia, una situazione tecnica e contrattuale non proprio florida. Tra l’altro andava a sostituire Soldati, suo predecessore, il quale non sembrava certo un punto di riferimento professionale, prova ne sia che, dopo la parentesi alessandrina, il mondo del calcio s’è dimenticato di lui. Speravamo tutti quindi che Fabione diventasse per noi Mister Wolf. Dopo tre stagioni invece dobbiamo convenire che il problema più grosso è diventato lui. E da due mesi a questa parte è nato un altro problema: ma chi glielo dice adesso a lui e la suo popolo? Come la prenderanno le truppe cammellate dei tifosi duri e puri che sono state prima i tutor del suo “reddito di cittadinanza” e lo hanno “imposto” come DS, poi per coerenza hanno giustificato le sue minchiate professionali adducendo motivazioni ridicole? Adesso questi qua. quelli col “grigio nel cuore”, dichiarano la guerriglia urbana e la lotta senza quartiere. Quanto agli errori tecnico-sportivi nella costruzione e gestione della squadra commessi da Mister Wolf parlano i numeri:
- i giocatori ingaggiati,
- i libri paga fuori controllo,
- i calciatori venduti solo con “l’aiutino”,
- plus valenze mai fatte e minus valenze che pesano come macigni sui bilanci.
Ma c’è un aspetto ancor più deleterio di Artico DS:
- la sua inguaribile tendenza ad essere divisivo,
- la sua brama di mettere gli uni contro gli altri anche tra i tesserati,
- di bollare i buoni e i cattivi e, quelli “cattivi”, dati in pasto al pubblico ludibrio.
Siamo sinceri: non se ne faccia una colpa ai suoi amici storici, spesso sordi e ciechi solo un amico sa essere.
Quelli però, fra tifosi e giornalisti, che si sono allineati al conformismo imperante portando il cervello all’ammasso, senza un po’ di spirito critico, neppure quando i fatti sono diventati incontrovertibili, per quelli quali giustificazioni dare? Nessuna, se non la solita, atavica autoreferenzialità e l’incapacità di questa piazza di saper riconoscere le persone di comprovata professionalità dai cialtroni e dai piacioni approfittatori.
Adesso ci si trova con un DS licenziato “a rate”, sostituito dl buon Cerri, sperando che l’amaro calice sia bevuto piano piano: che ipocrisia! Ed è ipocrita pure chi adesso si lamenta perché i Grigi sono stati collocati nel Girone B della C anziché nel nostro girone naturale, quello piemontese, lombardo e veneto. Secondo voi c’è qualche dirigente di Lega o qualche presidente di C che, dopo quel che è successo in questi ultimi mesi qui ad Alessandria, tra scritte, insulti, minacce, lenzuolate, colpevoli e immotivate assenze, aveva un motivo buono per prendersi a cuore le ragioni dell’Alessandria?
Abbiamo dimostrato, come i capponi di Renzo, di pensare a tutto tranne che ad affrontare una stagione sportiva con la necessaria serietà, rispetto per il calcio e le sue tempistiche, la categoria di appartenenza e gli avversari, toscani o piemontesi che siano. Calcisticamente ci siamo rivelati ancora una volta i beduini di sempre, una piazza da terzo mondo, senza cultura sportiva e amore sincero per la nostra squadra.
E la passione non sempre diventa amore, anzi, qualche volta è tossica.