Novi Ligure (Franco Traverso) – Le speranze da noi espresse nell’articolo precedente hanno avuto risposta: Acciaierie d’Italia (Ex Ilva) sarà sostenuta dallo Stato per circa 700 milioni di euro. Nell’ultima riunione il Governo ha deciso di ricapitalizzare l’azienda siderurgica più grande d’Europa inserendo la somma dovuta nel decreto Aiuti bis dimostrando di considerare ancora strategica la produzione siderurgica degli stabilimenti ex Ilva di Taranto, Genova e Novi Ligure. La buona notizia è stata data dal ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti per cui Acciaierie d’Italia sarà soccorsa dal socio pubblico Invitalia attraverso un intervento straordinario. La ricapitalizzazione richiede una revisione degli accordi con l’azionista privato che attualmente lega Invitalia e ArcelorMittal in Acciaierie d’Italia nella previsione che il socio pubblico proceda a una ricapitalizzazione di 680 milioni entro maggio 2022, per salire dal 50% al 60% delle quote. Non essendosi avverate le condizioni sospensive (la completa realizzazione degli interventi dell’Aia e il dissequestro degli impianti di Taranto), l’aumento di capitale è stato rinviato di due anni. Ora, per procedere velocemente, serve un ulteriore accordo con ArcelorMittal anche per definire il nuovo valore nominale della società. Dato il periodo di ferie e le elezioni del 25 settembre, la trattativa riprenderà a novembre. Per questo i benefici non saranno immediati ma i sindacati sono ottimisti anche per quanto riguarda lo stabilimento di Novi che è in cassa integrazione a causa della riduzione della produzione. Questi soldi serviranno essenzialmente alla riattivazione dell’altoforno 2 di Taranto la cui fermata a luglio ha creato qualche problema anche allo stabilimento di Novi Ligure. La fermata è stata necessaria per consentire una serie di attività di ripristino sullo stesso impianto, a partire dal rifacimento del refrattario interno, passando dalla manutenzione dei lavatoi per la depurazione dei gas e al ripristino di una turbina.
Alla Acciaierie d’Italia di Novi sono 150 su 750 i dipendenti coinvolti dalla cassa straordinaria. Le ricadute sui salari gravano pesantemente sull’economia delle famiglie dei dipendenti e di certo il caro bollette degli ultimi tempi non fa altro che peggiorare la situazione. La ricapitalizzazione di Stato, per tutti questi motivi, appare quanto mai opportuna per la completa ripresa della produzione.