Milano (Fernando Soto di Start Magazine) – “La presenza locale del gruppo Intesa Sanpaolo in Russia è in fase di revisione strategica, come già in precedenza comunicato”. Lo ribadisce un portavoce dell’istituto e sottolinea che “sin dall’inizio della crisi […] Intesa Sanpaolo non ha perfezionato alcun nuovo finanziamento con controparti russe e bielorusse e ha interrotto le attività di investimento in strumenti finanziari russi o bielorussi. Fin dall’inizio della guerra in Ucraina – prosegue il portavoce – il gruppo Intesa Sanpaolo ha attivato un’unità di crisi dedicata al presidio delle attività in Russia. Basandosi su principi di massima prudenza, tutte le attività di business con controparti russe e bielorusse sono state sottoposte a un processo rafforzato di monitoraggio e analisi. Le azioni adottate – conclude il portavoce del gruppo bancario capitanato dall’ad. Carlo Messina – si aggiungono azioni ai processi ordinari volti a garantire il rigoroso rispetto da parte del gruppo Intesa Sanpaolo di tutti i regimi sanzionatori applicabili disposti dalle autorità competenti”.
L’analisi di Limes sulle banche italiane in Russia
In Russia sono presenti Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediobanca, con le prime due a fare la parte del leone. Limes nell’ultimo numero ha sottolineato: “A fine 2021 l’esposizione bancaria italiana (diretta e indiretta) verso la Russia ammontava a 25,3 miliardi di dollari: la più alta al mondo, seguita da quella di Francia (25,2 miliardi), Austria (17,5 miliardi), Stati Uniti (14,7 miliardi), Giappone (9,6 miliardi), Germania (8,1 miliardi), Paesi Bassi (6,6 miliardi)”.
Il peso di Intesa Sanpaolo e di Unicredit in Russia
Ha aggiunto Limes: “Dei due maggiori gruppi italiani il più esposto è Unicredit: verso la controllata russa per quasi 2 miliardi di euro, verso la clientela locale (quasi interamente societaria) per 5 miliardi, verso banche russe per 300 milioni. Nel complesso l’esposizione verso la Russia vale circa il 4% degli impieghi dell’istituto. Meglio Intesa Sanpaolo: i prestiti alla clientela russa (quasi tutte società) ammontano a circa 5,6 miliardi di euro, pari all’1,1% degli impieghi del gruppo”.
I numeri di Intesa San Paolo in Russia
Intesa a Mosca ha solo 28 sportelli, con attivi locali per 1 miliardo e valore di bilancio di 150 milioni. Per il gruppo guidato da Carlo Messina più degli aspetti finanziari appaiono contare quelli politici: sia perché del gruppo fa parte l’ucraina Pravex Bank, 45 filiali e 780 dipendenti, sia perché ai grandi fondi americani azionisti non piace la figura di Antonio Fallico, da 19 anni leader del gruppo a Mosca, assai vicino ai vertici del Cremlino e fino alla vigilia dell’attacco molto esposto.
Intesa Sanpaolo e Gazprom
Di recente da Intesa Sanpaolo sono giunte dichiarazioni morbide nei confronti della Russia. Relativamente alla crisi dei prezzi del gas, per esempio, il capo economista della banca, Gregorio De Felice, quasi un anno fa aveva detto: “Credo che ci sia stata un’apertura da parte del presidente russo Vladimir Putin sull’aumento delle forniture di gas all’Europa”. Proprio in quei giorni Gazprom, la società gasifera statale russa, scelse di non dotarsi di maggiore capacità di transito attraverso la condotta Yamal-Europe per il mese di novembre, nonostante la domanda europea.
La mappa russa di Intesa Sanpaolo
Intesa Sanpaolo Russia, il gruppo bancario guidato da Messina, ha 28 filiali e quasi 1000 dipendenti; e in Ucraina controlla la Privex Bank: un totale di 1,3 miliardi di euro di asset (1 miliardo la Russia e 300 milioni euro la controllata ucraina) e di 5,57 miliardi esposizione come prestiti; più 50 milioni in titoli di stato. “La Russia pesa per appena l’1% del totale degli impieghi. Quella in Russia è da sempre una presenza forte della prima banca italiana (culminata nel 2017 con la privatizzazione della compagnia petrolifera pubblica Rosneft e un’onorificenza del Cremlino per Messina e Antonio Fallico)”.
I numeri di Antonio Fallico (Banca Intesa Sanpaolo Russia)
Fallico anche di recente, pochi giorni prima dell’invasione russa dell’Ucraina, rimarcava sinergie e potenzialità economiche tra Italia e Russia: “Paesi e due economie strettamente complementari e strategiche l’una pandemia per l’altra pandemia: gli affari per l’Italia e la Russia devono svolgersi regolarmente, nonostante le difficoltà alle conseguenze della situazione e che alla situazione che siamo registrati in queste ultime settimane – ha detto a metà febbraio 2022 Antonio Fallico che è presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia -. Secondo gli ultimi dati disponibili, tra gennaio e ottobre 2021 le esportazioni italiane verso la Russia sono cresciute dell’8,7%, quelle russe verso l’Italia addirittura del 49,3%, benché quest’ultima cifra si spieghi soprattutto col notevole aumento del prezzo del petrolio e del gas fornito all’Italia, rispetto al 2020. L’Italia è il settimo fornitore estero della Russia (4,1%), la Russia è l’ottavo fornitore dell’Italia ( 3%). L’Italia vende innanzitutto macchinari e apparecchi (27,5%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (22,9%), sostanze e prodotti chimici (17,6%). La Russia vende prodotti minerari (58,8%), metalli e prodotti di metalli (23,9%), coke e prodotti petroliferi raffinati (9,7%). Numeri che in parte ci rassicurano, ma che non possono essere soddisfacenti, perché le potenzialità per sviluppare l’interscambio e le relazioni tra Russia, Italia, Lombardia e Milano sono notevoli”.
L’italiano più potente in Russia
Fallico è stato definito “l’italiano più potente di Mosca”, dove vive. In un’intervista di Stefano Lorenzetto per ItaliaOggi, Fallico si definisce “nostalgico comunista. Impossibile non provare rimpianto per i valori dell’Urss, nonostante gli errori commessi”. Banca Intesa Russia è la sussidiaria russa del gruppo Intesa Sanpaolo, che ne possiede il 100% del capitale. Il gruppo gestisce più della metà delle operazioni commerciali tra la Russia e l’Italia.