Vip e personaggi famosi sono sempre stati attratti dalla magia del tavolo verde. L’industria cinematografica di Hollywood, solo per citare un caso, sviluppando alcuni temi tipici dei giochi da casinò ha prodotti innumerevoli capolavori e pellicole che hanno riscosso successo non solo ai box office ma anche in occasione dei più importanti e riconosciuti concorsi dedicati alla settima arte.
Da Wolfgang Amadeus Mozart a Giacomo Casanova, passando da Frank Sinatra e Elvis Presley, alcune tra le più note ‘celebrità’ dell’era moderna (e del passato) si sono cimentare in partite di poker o blackjack, giochi questi che negli ultimi anni sono diventati sempre più popolari in tutte le fasce d’età, fino a diventare – come nel caso del poker – una disciplina sportiva (con tanto di campionati nazionali e mondiali) più volte candidata a finire tra i nuovi giochi delle Olimpiadi estive. Ma chi sono oggi le star più famose a praticare questi giochi di carte?
Matt Damon, ad esempio, nella sua lunga carriera a Hollywood ha interpretato diverse pellicole nelle quali il tavolo verde e le vicissitudini intorno ai giochi da casinò sono stati al centro dello sviluppo della trama. Per calarsi nel ruolo del giocatore professionista Mike McDermott nel film ‘Rounders’ del 1998, Damon per mesi si è allenato con Johnny Chan, uno dei giocatori più vincenti della storia, che all’attore di Boston ha insegnato tutti i trucchi e impartito i consigli poker più famosi che Damon ancora oggi utilizza nelle sue frequentazioni nei vari casinò del mondo.
Anche dopo le riprese di Rounders, l’attore e produttore Premio Oscar (Matt Damon ha vinto una statuetta dell’Academy per la sceneggiatura di Will Hunting – Genio ribelle) ha continuato a giocare ai tradizionali giochi da tavolo da casinò, venendo “paparazzato” in più riprese in alcune della sale da gioco più prestigiose del mondo (anche a Venezia, in Italia) e ai tavoli dei più importanti tornei internazionali.
Tra i Vip appassionati dei giochi di carte non possiamo non citare anche il migliore amico, sul set e nella vita reale, di Damon, ovvero Ben Affleck. Il due volte Premio Oscar e già interprete di Batman è un attore, regista e produttore americano che di certo non ha bisogno di presentazioni. In ‘Runner, runner’, thriller poliziesco del 2013, Affleck è Richie Furst, uno genio della matematica all’università di Princeton alle prese con un complicato algoritmo che lo porterà a scoprire una truffa dietro un sistema di siti web di poker online. Nonostante la pellicola (prodotta, tra i vari, anche da Leonardo DiCaprio) si sia rivelata un clamoroso flop, Ben Affleck si è innamorato del tavolo verde, tanto da cominciare a frequentare in maniera assidua i casinò più famosi di Las Vegas, negli Stati Uniti.
Restiamo sempre a Hollywood per parlare di un’altra stella del cinema appassionata del tavolo verde. Ci stiamo riferendo a George Clooney, co-protagonista insieme a Matt Damon (e a Brad Pitt, altro grande appassionato di poker e blackjack) della celebre saga incentrata sul personaggio di Danny Ocean (Ocean’s Eleven, Twelve e Thirteen del regista Steven Soderbergh). Clooney, anche lui due volte Premio Oscar, addirittura nel 2005 è stato vicinissimo a diventare il proprietario di un nuovo casinò-resort a Las Vegas. Il progetto (alla fine mai realizzato) era stato presentato in pompa magna con il nome di Las Ramblas (dalla più famosa Rambla di Barcellona, in Spagna) e aveva un costo di oltre tre miliardi di dollari.
Chiudiamo con un campionissimo dello sport, Floyd Mayweather Jr., uno dei migliori pugili della storia di questa disciplina. Campione WBC in cinque diverse categorie, Money Mayweather (è uno dei suoi tanti soprannomi) ha chiuso la carriera imbattuto, vincendo tutti i 50 incontri disputati. Ha guadagnato nel corso della sua carriera da professionista qualcosa come 1 miliardo e mezzo di dollari (meglio di lui solo alcuni mostri sacri dello sport come Michael Jordan, Tiger Woods e Cristiano Ronaldo), cifra che lo ha portato a investire nei più disparati settori, tra cui le corse della NASCAR e alcuni casinò americani.