Ieri sera ho pubblicato le ultime sulla perigliosa vendita del Club Grigio (Alessandria Calcio). Sono perfettamente sul pezzo e ritengo di essere stato bravo sin qui nel tenere aggiornata la città e il mondo del calcio nazionale sugli sviluppi della vicenda. Ribadisco il concetto perché alcuni miei detrattori (in mala fede) mi accusano sui social di scrivere un giorno una cosa e il giorno dopo un’altra. Per queste persone c’è chi mi accusa di cambiare idea troppo spesso. È falso poiché chi fa informazione non cambia idea ma sono i protagonisti delle vicende a cambiare idea. Io mi limito a prendere atto dell’andamento delle cose e divulgarle come fanno i cronisti seri. Chi invece dovrebbe fare qualche riflessione sono quei giornalisti (si fa per dire) i quali, benché nella vita facciano solo quello, non sono in grado di cavare un ragno dal buco, se scrivono qualcosa è perché qualcun altro li informa e detta loro i temi con una capacità investigativa ridotta all’osso. Parlo, per esempio, di chi ha ricevuto in diretta e in esclusiva le rivelazioni di Di Masi circa il preliminare di vendita della Società e magari ne sta aspettando altre. E parlo anche del Presidente Di Masi che per nove anni ha impostato la società sull’immagine e la corretta comunicazione, e l’operazione ha dato buoni risultati. Poi, dal maggio scorso il rapporto corretto con l’informazione si è dissolto smentendo le buone abitudini. Ognuno a casa sua fa come vuole, per carità, ma si sappia che le mie indiscrezioni sono frutto di dossier costruiti in mesi di lavoro attento e non di parole rubate alla portinaia (con rispetto parlando) mentre sta cuocendo nella cucina della guardiola lo spezzatino. Ogni mia anticipazione non si basa su confessioni in libertà estorte a qualche beduino, ma da letture che – magari non sempre o non completamente – trovano conferme nei fatti. Chiusa la triste parentesi dedicata alla comunicazione, domenica scorsa i Grigi sul campo di Fermo hanno colto un punto prezioso. È stato un pareggio importante non solo per il punticino incasellato ma anche perché la nostra diretta concorrente non ha vinto e non ha raccolto tre punti preziosi. E non tragga in inganno il rigore fallito dai padroni di casa allo scadere perché una vittoria dei gialloblù sarebbe stata un furto rispetto a quanto s’è visto in campo. Nel primo tempo i Grigi hanno tenuto e, a voler essere pignoli, andare al riposo in vantaggio sarebbe stata cosa buona e giusta. Forse la nostra squadra non è stata abbastanza convinta e determinata ma va bene lo stesso. Meno bene aver perso contro il Renate mercoledì scorso, uscendo di scena dalla competizione. Per 80’ avevamo patito poco contro i quotati brianzoli poi succede il patatrac. Il Renate rinforza le fasce e noi lasciamo giocatori stanchi e poco lucidi a marcare in quei settori nei quali, quando si attenua la forza e la corsa, si perdono o si vincono le partite. Persino dalla TV, nonostante la pessima qualità delle riprese, ci siamo accorti di quel che poteva succedere. Ed è successo. Perché il cross che ha portato al gol del vantaggio nerazzurro era il terzo che arrivava pulito pulito nella nostra area di rigore. Un errore di lettura che possiamo addebitare alla mancanza di malizia ed esperienza di Fabio Rebuffi (nella foto), è vero. È sufficiente che questo episodio sia una lezione per il futuro e non inficia il buon lavoro che il nostro mister sta portando avanti in una situazione ingarbugliata, pur se con qualche amnesia di troppo.
Non datemi dei consigli, so sbagliare da solo
