Se dal punto di vista meramente sportivo i Grigi escono con le ossa rotte dalle due ultime partite disputate, non va certo meglio dal punto di vista amministrativo. Venerdì scorso l’avvocato di Di Masi, Federico Restano, ha confermato per telefono che il presunto compratore dei Grigi non s’è presentato per firmare l’atto d’acquisto davanti al notaio, come convenuto nel preliminare sottoscritto oltre un mese fa. Qualcuno ha provato a chiedere al noto legale di Torino se effettivamente, dietro ai mancati acquirenti, ci fosse un gruppo poco “affidabile” e mi sono meravigliato dell’ingenuità di questa e di altre domande poste al rappresentante legale di Di Masi, sia in merito ai nominativi che in merito alle motivazioni che avrebbero suggerito al Presidente di rivelare a inizio novembre scorso, quindi con largo anticipo, l’avvenuta cessione. Tra l’altro, lo stesso legale è quello che ha gestito la trattativa degli accordi stipulati fra molti giocatori della Juventus e la Società bianconera per il differimento dei pagamenti. Tutta la pratica potrà avere possibili implicazioni penali per presunte false comunicazioni sociali mentre lo studio del professionista è già stato perquisito dalla Guardia di Finanza che sta indagando. Io avevo scritto tutto e avevo previsto quello che sarebbe successo a inizio dicembre e quello che ci avrebbero raccontato sui Grigi: possibile che nessuno dei dietrologi da strapazzo che dobbiamo sopportare da anni stavolta non abbia provato a fare due più due? Adesso o la società sarà ceduta a un altro gruppo (sempre che non si tratti di quello vecchio ma imbellettato con altri nominativi da dare in pasto alla piazza), oppure tutto rimane in capo a Di Masi. In questo caso sarebbe opportuno che Di Masi dia incarico a Cerri, l’unico che in quel ruolo ha dimostrato coi fatti di saperci fare, di ingaggiare tre giocatori senior al posto di altri della stessa categoria, quelli che hanno fin qui deluso. Poi bisogna far mente locale anche sul mister attuale il quale (individuato, sponsorizzato e lanciato da Di Masi) adesso ha chiaramente mostrato la corda, almeno secondo chi scrive. Il pareggio casalingo contro l’Olbia e la sconfitta ad Ancona sono stati un segnale inquietante sul futuro del nostro campionato. Facciamo i complimenti però a Rebuffi per il fatto che sia riuscito in un’impresa disperata: senza vincere le partite ha e mantiene la stima e la fiducia incondizionata di Di Masi e, nel contempo, è diventato un piccolo idolo delle folle che odiano il presidente. Purtroppo la storia ci ha detto che il solo fatto di godere della fiducia presidenziale o, peggio ancora, della Curva non è, di per sé, un valore, anzi. Chi invece incarnava davvero un pezzo dell’Alessandria Calcio, aveva un peso specifico dentro la struttura e, in un momento di grande confusione come l’attuale, rappresentava un punto fermo e una sicurezza questo, era il Segretario Generale Stefano Toti (nella foto tratta da linkedin), il quale se ne è andato. Chi non conosce il calcio e i suoi meccanismi può pensare che “via un Segretario se ne fa un altro”. Il calcio non finirà in città perché Toti se ne va a Novara, certo, ma saranno mille le domande che ragazzi, tecnici e dirigenti adesso si staranno facendo, sapendo di aver perso un punto di riferimento solido. Coi soldi di Di Masi si è costruito la società, ma senza certi professionisti il baraccone crollerà. E, mi sia concesso, penso che certi falsi professionisti la società l’hanno già affossata.
Grigi, il dado è tratto: Stefano Toti se ne va e l’Alessandria è allo sbando
