Alessandria (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e, non più tardi di tre giorni fa, avevo scritto che il Tar non si era pronunciato nella data prevista – cioè martedì 10 gennaio 2023 – sul ricorso della cooperativa sociale Punto Service (che vanta un credituccio di 2,5 milioni di euro nei confronti dell’Ipab Borsalino) in merito alla gara indetta dalla Borsalino e vinta dalla cooperativa Il Gabbiano. La notizia – come sono sempre le notizie pubblicate da Alessandria Oggi – era esatta, infatti la Corte, dopo la pubblicazione del mio articolo, s’è riunita in fretta e furia mercoledì dando ragione all’Ipab Borsalino e dichiarando valida una gara con un solo concorrente (ma che scuole hanno fatto quelli del Tar, che professori hanno avuto?) cioè la cooperativa Il Gabbiano (nella foto a sinistra il presidente Corrado Parise). Per la precisione, con Ordinanza n. 6 in data 11.01.2023 la Seconda Sezione del Tar Piemonte ha respinto la domanda cautelare promossa dalla Cooperativa Punto Service avverso l’esclusione dalla procedura per l’affidamento in concessione della gestione (della durata di quarant’anni per un valore di quasi 200 milioni di euro) dell’Ipab Soggiorno Borsalino di Alessandria.
Per analogia estensiva quelli che sanno non ci raccontano cos’è successo veramente, per esempio alla Casa di Riposo Maina di Asti, chiusa con un buco di otto milioni di euro, con gli ospiti (130) sbattuti in mezzo a una strada e i dipendenti licenziati e senza stipendio.
Ebbene, mio malgrado, scrivo queste cose in quanto fra l’Ipab Borsalino di Alessandria e l’Ipab Maina di Asti – ormai distrutta e chiusa definitivamente la notte dell’ultimo dell’anno, con la perdita del posto di lavoro d’un centinaio di dipendenti fra Oss, infermieri, impiegati, compresa la validissima quanto incolpevole direttrice che ha tentato fino all’ultimo giorno di evitare questo disastro etico, sanitario e morale – forse esiste un destino in comune derivante dalla politica piemontese e fernandelliana messa in atto dalla premiata ditta “Genesio & Cirio” (nella foto in alto a destra) insieme a tutto il centrodestra (ma la Meloni lo sa?), per privatizzare la Sanità e l’Assistenza in questa povera regione.
- È vero o non è vero che tre anni fa, all’arrivo dell’ultimo commissario Pasino di Alessandria, il debito era già 5 milioni di euro e la struttura perdeva già 50.000 euro al giorno, essendo scesa da 330 ospiti a 200, mantenendo però invariato l’organico pieno per pressioni sindacali e politiche?
- È vero o non è vero che la Cassa di Risparmio di Asti, retta dalla potente fondazione di cui è dominus politico Mario Sacco (foto a destra), presidente di Confcooperative Asti e Alessandria, la più importante associazione di categoria delle cooperative sociali che si occupano anche delle Case di Riposo, ha fatto improvvisamente mancare il suo appoggio finanziario al Maina? Avrà avuto i suoi motivi che noi non conosciamo e non comprendiamo.
- È vero o non è vero che il Genesio da Torino tre giorni fa parlando della chiusura della più grande Ipab del Piemonte, ha raccontato di carenze strutturali e gestionali che vengono da lontano, di cui, essendo assessore regionale alla Sanità, era certamente informato, ma per cui non ha alzato un dito per salvare capre e cavoli (è lo stesso che vuole buttare dalla finestra 310 milioni per il nuovo ospedale di Alessandria che non serve a un tubo perché va benissimo quello che c’è già)?
- È vero o non è vero che non si sa dove siano finiti gli ospiti e chi ha guadagnato nel ritrovarsi strutture in crisi e semivuote riempite dai deportati del Maina: magari qualche cooperativa locale?
- È vero o non è vero che che è pronta un’operazione immobiliare che vede molti interessati alle splendide palazzine del Maina in particolare la vicina Università che vuole ampliarsi?
Intanto noi siamo sempre in attesa di visionare il fantomatico documento che avrebbe invalidato la partecipazione alla gara di Punto Service.
Per noi cronisti non è stato facile rompere il muro di omertà sulla vicenda, ma qualcuno ha iniziato a parlare e noi siamo stati a sentire.
E io pago.