Roma – Per Acciaierie d’Italia (ex Ilva), il ministero dell’Economia ha predisposto l’erogazione di 680 milioni a favore del socio di maggioranza Invitalia che, insieme ai 70 milioni (meglio di niente) di Arcelor Mittal, fanno in tutto 750 milioni utilizzati per pagare le bollette a Eni e Snam, anche se i sindacati insistono sul fatto di investirne almeno una parte nella risalita produttiva. Intanto l’a.d. di Acciaierie d’Italia Lucia Morselli ha annunciato per il 2023 una produzione di 4 milioni di tonnellate di acciaio, il 15% in più del 2022. Taranto resta il sito nel quale si concentrerà la stragrande maggioranza delle risorse pubbliche. Dopo i primi 680 milioni, Invitalia, dopo aver conquistato la maggioranza, metterà sul piatto un miliardo di euro per un rilancio che riguarda anche i siti del Nord Genova, Novi Ligure e Racconigi. Ci saranno investimenti su locomotori e sulle altre linee, saranno sbloccati investimenti sulla banda stagnata che erano stati fermati. Per quanto riguarda Novi Ligure è prevista un’innovazione di prodotto relativa al rivestimento in zinco-magnesio, mentre a Racconigi si prevede una nuova automazione dei magazzini.
Foto tratta da Il Corriere della Sera