Alessandria (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e devo confessare che stamane, dopo aver letto – mio malgrado – il foglio della Fca, ho vomitato. Mi riferisco di nuovo (e non sarà l’ultima volta) alla grottesca vicenda del Soggiorno Borsalino per cui, al di là di certe vergognose campagne di stampa, la situazione è chiara:
- Un’impresa ha lavorato per anni al Borsalino ma non è stata pagata, per cui vanta ben 2,5 milioni di euro di crediti; nonostante questo ha sempre pagato regolarmente gli stipendi ai suoi collaboratori impegnati nella Struttura (circa cento).
- Quest’impresa ha partecipato ovviamente alla gara di concessione per quarant’anni ma è stata esclusa dalla stessa per un vizio formale che, nonostante le nostre insistenze, non ci è mai stato mostrato. Ma anche su questo si esprimerà presto il Consiglio dì Stato, per cui nulla è dato sapere sulla sua proposta perché la gara è stata vinta (sic) dall’unico concorrente, visto che l’altro è stato fatto fuori dal Cda del Borsalino in base a che cosa non si sa.
- Evidentemente in questa gara enorme c’è qualcosa che non va: infatti lo stesso Cda del Borsalino ha chiesto a Punto Service, l’impresa eliminata che vanta il credito milionario di cui sopra, di rimanere a gestire la struttura fino a pronuncia dei Giudici, anche se esclusa e non pagata.
- Per pietas cristiana Punto Service è rimasta, richiamando i lavoratori già posti in libertà perché potessero essere assunti dalla cooperativa vincitrice.
- Il Borsalino ha sei milioni di debiti ma si priva dell’unica fonte di reddito per pagarli con la concessione. Ha senso? Noi non ne siamo convinti. Sic transit gloria mundi.
È del tutto evidente che qualcosa non torna.
E io pago.