Un commento a margine delle due ultime partite disputate dai Grigi, l’una vinta a Carrara sabato scorso, l’altra giocata e perduta ieri al Mocca contro il Rimini nel turno infrasettimanale. Premessa: prima della trasferta di Carrara, inibita al tifo organizzato alessandrino dal Ministero degli Interni per prevenire situazioni pericolose per l’Ordine Pubblico, il gruppo mandrogno dei “Supporter”, notoriamente educato e rispettoso, ha inondato siti, media locali e social con un durissimo comunicato contestando quella discutibile (secondo loro) imposizione. Non entro nel merito delle loro lamentele, neppure sull’obbligo imposto a costoro di presentarsi a Carrara muniti della famigerata Tessera del Tifoso. Però perché lagnarsi pubblicamente visto che da tempo il dominus di questo gruppo di tifosi è un dirigente apicale di un partito super rappresentato nell’attuale Governo? Ci pensi lui a farsi parte diligente con i suoi referenti nazionali senza ricorrere a questi stucchevoli piagnistei. Stesso discorso per la tanto invisa Tessera del Tifoso, imposta tempo fa da un allora potente Ministro degli Interni, nonché, guarda caso, ex dirigente nazionale della stessa parte politica del su citato capataz. “Coerenza vo’ cercando”, neppure un Arturo Brachetti in gran forma riuscirebbe a far meglio in qualità di trasformista: capo tifoso o dirigente politico, a seconda del giorno o dell’ora; una volta a dire una cosa, l’altra sostanzialmente a condividere l’esatto contrario. Adesso parliamo di calcio. La partita giocata dai nostri a Carrara è stata di qualità modesta (eufemismo). Nel primo tempo si è subito senza sosta l’avversario e, nonostante le propositive dichiarazioni d’intenti della vigilia del Mister, non abbiamo fatto in 100’ un’azione degna di cotanto nome. Galeandro ha segnato un gol con destrezza su calcio d’angolo e i Nostri hanno superato qualche volta la metà campo giusto nell’ultimo terzo di match, quando i padroni di casa si sono spenti fisicamente. Ma non dovevamo essere noi quelli votati ad imporre “il nostro gioco” secondo il mister? A riempirsi la bocca con le frasi fatte non serve: serve lavorare, organizzare la squadra in campo, farsi capire e insegnare, perché poi in partita ti trovi davanti avversari che, invece, ti studiano e si preoccupano di te, oh se si preoccupano. Ieri, contro il Rimini al Mocca, rispetto alla prestazione di sabato scorso non è cambiato niente, risultato finale a parte. D’altronde se i nostri giocatori vanno in campo con la testa nel sacco, senza sapere dove sono, contro chi giocano, cosa devono fare con la palla nei piedi oppure quando la devono riconquistare, il tutto dopo otto mesi di allenamenti mica si poteva pretendere che negli ultimi tre giorni si potessero cambiare radicalmente le cose. Di fatti i nostri giocatori, quando scendono in campo, sono sorpresi dall’avversario di giornata perché nessuno gli spiega come affrontarli. Però, se l’allenatore ha fin qui dimostrato di non essere in grado di cambiare gli atteggiamenti della squadra, si cambi l’allenatore. E che fosse un azzardo dare i 3 o 4 giocatori nuovi arrivati validi per la categoria in mano a Rebuffi l’avevamo detto in tempi non sospetti. Le partite da disputare sono sempre meno di qui alla fine della regular season e uscire dalla zona playout diventa un imperativo categorico. A quei fenomeni (giornalisti e tifosi) invece che suggeriscono di abbandonare la politica “del minutaggio” vogliamo ricordare che resta l’unica strada per fare un calcio sostenibile e non siamo certo figli unici. Negli anni scorsi, a fronte di spese folli, non funzionava il Settore Giovanile. Difatti all’inizio di questa stagione stagione non avevamo una pattuglia di Under all’altezza provenienti dalla nostra cantera e i due giovani più interessanti (Galeandro e Gazoul) con la nostra cantera non c’entrano un fava. S’è scommesso pure sull’allenatore della Primavera promuovendolo in prima squadra: scommessa persa e speriamo di non perderne altre.
Grigi: una squadra con la testa nel sacco
