Oggi parliamo di terzini, mediani, portieri, attaccanti e del lavoro degli allenatori, cioè di calcio giocato. Da quanti mesi speravamo di vedere arrivare una vittoria accompagnata da una prestazione perlomeno decente? Non bastano le dite delle mani. E a Recanati, contro una formazione volitiva, motivata e in forma, allenata a puntino, è finalmente arrivata. Lungi dal pensare che di questi tempi tre-punti-tre non ci riempiano di gioia, bisogna ammettere che, in caso di pari, i nostri avversari non avrebbero rubato nulla, il contrario di quello successo all’andata dove invece abbiamo perso contro i ragazzi di Pagliari al di là di ogni ragionevole dubbio. Comunque questa è una vittoria esterna accompagnata da evidenti segni di miglioramento del gioco e indica che la strada intrapresa da Lauro, se tutto andrà bene, potrebbe portare a centrare addirittura la salvezza senza passare dai play out. Dei miglioramenti riscontrati dai Grigi ne abbiamo diffusamente parlato ieri nell’articolo di commento a fine incontro, ma già nel turno precedente qualcosa di meglio rispetto al passato si era intravisto. Cerchiamo di capire invece cosa sia cambiato nelle metodologie di allenamento che Lauro ha portato con sé. Il nuovo mister non sta facendo miracoli, ben inteso, ma nel calcio il miracolo lo fa il giocatore singolo, non l’allenatore. Lauro ha evidentemente razionalizzato le cose e ha cominciato a pretendere un minimo di cultura del lavoro e di rispetto delle regole. Ma per far rispettare le regole (e immagino che qualche nostro giocatore pensava a torto di aver la maglia assicurata per diritto divino) le regole bisogna dettarle e spiegarne l’utilità sennò sono spesso scambiate per capricci di un mister dispettoso. In realtà l’ex Rebuffi, non allenando la truppa nel senso autentico della parola, certi comportamenti basilari di un giocatore professionista non è stato in grado di codificarli e farli accettare semplicemente perché non li conosce. Lui ha sempre operato in un ambito che non è questo e non ha imparato abbastanza in fretta, anzi non ha imparato nulla. Mettendo mano a questo aspetto fondamentale a monte del gioco giocato, Lauro ha potuto cominciare a chiedere ai suoi ragazzi armonia dei movimenti e mantenimento delle giuste distanze in campo. Un esempio per tutti: Cori è arrivato qui sicuramente moralmente scarico per essere stato messo da parte in quella che considerava casa sua, l’Albinoleffe. Il centravanti che abbiamo visto noi, a parte il gran gol a Recanati, è la copia sbiadita del giocatore che conoscevamo e che ci faceva male quando ci capitava di incrociare. Per oltre un mese e mezzo è stato non allenato da Rebuffi il quale, pensiamo, non ha l’esperienza e neppure ha avuto la sensibilità di capire il momento del ragazzo e per poco non lo abbiamo definitivamente perso alla causa. Se quindi qualcuno volesse attaccare la proprietà e la sua gestione, anziché buttarla sul piano personale con Di Masi, sarebbe su queste scelte improvvide e reiterate che andavano diretti gli strali. Invece si rimane sul piano della probabile bugia, tipo quella che ha contaminato in modo sotterraneo ma sottovoce tutta la città, secondo la quale la società avrebbe in pancia un “buco” di bilancio clamoroso. Calunnia bella e buona, almeno secondo noi. Ma la verità sui conti attuali dell’Alessandria Calcio la sapremo quando la Covisoc controllerà in loco lo stato dell’arte dei debiti e dei mancati pagamenti della società e le comunicherà al mondo. La Commissione di Vigilanza arriverà da qui a giorni e fra poco sapremo. Non è da escludere che certi sedicenti e pettegoli tifosi “con il cuore grigio” dovranno rimangiarsi certe illazioni, dimostrando vieppiù che il loro “grigio cuore” non è da riferirsi al colore della maglia da gioco mandrogna bensì al materiale fossile del loro muscolo pulsante. Certo, se poi abbiamo l’unico giornalista mandrogno presente a Recanati che, al di là di giudizi tecnici entusiastici perché si è vinto, come notizia della giornata riporta che Cori a fine partita ha regalato la maglia ai tifosi allora ci sentiamo davvero presi per il culo: ma che messaggio è mai questo? Forse che Cori ha segnato per poi donare la maglia ai tifosi? Cori ha fatto il suo mestiere e, secondo noi, può regalare la maglia a prescindere, ammesso che sia la sua o che sia autorizzato a farlo dal legittimo proprietario della casacca.
Ma di tutto ciò e di altro parleremo diffusamente in settimana.