Torino – La corte di appello di Torino ha ribaltato la sentenza del tribunale di Vercelli per un traffico di droga e utilizzo di cellulari nel carcere tra 2014 e 2015. Giuseppe Maiuri, al tempo dei fatti assistente capo di polizia penitenziaria, era stato condannato a sette anni di reclusione e a 30.000 euro di multa in quanto, secondo il giudice di primo grado, faceva entrare droga e telefonini in carcere, che poi altri due imputati (al tempo dei fatti detenuti) smerciavano tra i carcerati. In appello è stato assolto per non aver commesso il fatto. Gli altri imputati erano Marcello Maci e Omar Lanzillotta, detenuti a Vercelli al tempo dei fatti, e Nunzia Iengo moglie di Lanzillotta. I primi due erano stati condannati in primo grado a Vercelli a otto anni ciascuno e a una multa di 36.000 euro, la donna a sette anni e a 30.000 euro di multa. La corte di appello ha ribaltato anche queste condanne con l’assoluzione del Maci per non aver commesso il fatto, e riqualificato il reato per Iengo estinto in quanto prescritto. Sensibilmente ridotta la condanna per Omar Lanzillotta: la pena è scesa a due anni e la multa a 2.000 euro.
Assolto l’agente di custodia finito alla sbarra per spaccio di droga in carcere
