Alessandria (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e stavolta devo scrivere sul convegno sulla Sanità organizzato da Confcooperative terminato oggi alle 13. È stata la solita solfa sentita in molti altri analoghi convegni sulle difficoltà del Servizio Sanitario Nazionale a trovare medici e infermieri, col settore privato appiattito sulle Pubbliche Autorità nella speranza di qualche elemosina. Insomma, la solita tristezza, e mancavano – non invitate – le organizzazioni più combattive, come Anaste, che avrebbero potuto guastare la festa. Però c’era in incognito uno dei nostri inviati che ci ha raccontato l’intervento di Genesio Icardi (ma perché i politici invece di presenziare ai convegni non si mettono a lavorare?), il tristemente noto assessore regionale alla Sanità, quindi responsabile del disastro delle liste d’attesa, dei pronto soccorso intasati e delle dimissioni selvagge di anziani malati per mancanza di posti letto (per fortuna ci sono ancora le RSA che in qualche modo e con fatica li accolgono, ma nessuno ne parla), che ci lascia interdetti. In poche parole Genesio ha detto che le cose vanno male e che andranno sempre peggio perché non ci sono risorse, e che il privato non può essere un’alternativa al pubblico in quanto troppo controllato. Cose di questo genere sono false e pericolose perché il budget sanitario è stretto, vittima di sprechi enormi, come la costruzione di ospedali inutili (come quello di Alessandria nel cui costo c’è la tangente milionaria che riempirà le tasche di chi è proprietario dell’area sulla quale dovrebbe sorgere), quando ci sarebbe da potenziare quelli che ci sono già, in un contesto per il quale il privato non deve essere un’alternativa al pubblico ma un’integrazione, controllato solo perché fornisce prestazioni vitali come nella cardiochirurgia qui in Alessandria privata da decenni. Insomma stiamo parlando d’una linea di rinuncia a governare: ma allora perché fa l’assessore? Chissà il Sindaco di Alessandria, arrivato alla fine del triste convegno, cosa pensa.
E io pago.