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È morto Giorgio Napolitano il Presidente che insediò il governo Monti senza tener conto del Parlamento

23 Settembre 2023 admin_AG PRIMO PIANO 177

È morto Giorgio Napolitano il Presidente che insediò il governo Monti senza tener conto del Parlamento

Roma – Il Presidente Emerito della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano è morto ieri a 98 anni. Era ricoverato da qualche mese in una clinica di Roma, ma le sue condizioni di salute si sono aggravate negli ultimi tempi. Accanto a lui i figli Giulio e Giovanni e la moglie Clio, 89 anni. Nato a Napoli il 29 giugno 1925, si è laureato in giurisprudenza nel dicembre 1947 a Napoli. Eletto alla Camera dei Deputati per la prima volta nel 1953 e ne ha fatto parte – tranne che nella IV legislatura – fino al 1996, fu riconfermato sempre nella circoscrizione di Napoli. Molto vicino all’Unione Sovietica, approvò l’invasione dell’Ungheria dell’autunno 1956. Era spesso ospite al Cremlino, prima di Stalin, poi di Chruscev e poi di Heltsin. Quindi la conversione dopo il crollo del muro di Berlino del 1989 e dell’Unione Sovietica. Nella VIII (dal 1981) e nella IX Legislatura (fino al 1986) è stato Presidente del Gruppo dei deputati comunisti. Dal 1989 al 1992 è stato membro del Parlamento europeo. Nell’XI legislatura, il 3 giugno 1992, è stato eletto Presidente della Camera dei deputati, restando in carica fino alla conclusione della legislatura nell’aprile del 1994. Nella XII legislatura ha fatto nuovamente parte della Commissione affari esteri ed è stato Presidente della Commissione speciale per il riordino del settore radiotelevisivo. Non più parlamentare, è stato ministro dell’Interno e per il coordinamento della protezione civile nel Governo Prodi, dal maggio 1996 all’ottobre 1998. Rieletto deputato europeo nel 1999, è stato, fino al 2004, Presidente della Commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento europeo. Il 23 settembre 2005 è stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Il 10 maggio 2006 è stato eletto Presidente della Repubblica con 543 voti. Rieletto Capo dello Stato il 20 aprile 2013 con 738 voti. A cavallo dei due mandati, nel 2011 è stato fautore del primo governo in contrasto col risultato delle elezioni che aveva favorito Forza Italia e il Centrodestra, destituendo il premier in carica Silvio Berlusconi e incaricando di formare un nuovo esecutivo a trazione di sinistra il professor Mario Monti dopo averlo nominato senatore a vita. Molti considerano quel periodo molto negativo per la nostra democrazia che sancisce la nascita dei governi “abusivi” di Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, mentre per quattro anni, nonostante la grande incertezza politica, non ci furono elezioni. Ha rassegnato le dimissioni il 14 gennaio 2015 anche perché la Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittimo il Parlamento eletto con una legge anticostituzionale (il Porcellum di Calderoli), fatto trascurabile per Sergio Mattarella che, nonostante avesse votato lui stesso quella sentenza quando era membro della Suprema Corte, non diede peso a ciò che aveva approvato e accettò l’elezione di un parlamento incostituzionale (siamo in Italia). Grazie anche a questo particolare per nulla trascurabile Mattarella continuò a nominare governi senza passare dalle elezioni per quello che molti osservatori politici chiamano un “Continuato Golpe Morbido” interrotto dopo dieci anni dalle elezioni del settembre 2022. A Napolitano sono stati conferiti diversi riconoscimenti accademici honoris causa: la nomina a Professore Onorario dell’Università degli Studi di Trento (2008); le lauree dell’Università degli Studi di Bari (2004), dell’Università Complutense di Madrid (2007), dell’Università Ebraica di Gerusalemme (2008), dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” (2009), della Sorbona di Parigi (2010), dell’Università di Oxford (2011), della Alma Mater Studiorum di Bologna (2012).

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