Valenza – Nuovamente sulle barricate il “Comitato No Biogas” di Valenza dopo la notizia della convocazione, in Provincia, d’una nuova Conferenza dei Servizi, la sesta, per il prossimo 11 ottobre a proposito del nuovo progetto di impianto a biometano che l’azienda Valenza Po Green Energy Società Agricola vorrebbe costruire in strada alla Nuova Fornace. Sabato sull’Albo Pretorio del Comune di Valenza era stata pubblicata una determinazione dirigenziale rilasciata alla Società “Valenza Po Green Energy” sulla “autorizzazione paesaggistica per opere di adeguamento stradale connesse all’istanza di autorizzazione alla costruzione ed esercizio di impianto di biometano”. Torna così sul tavolo la querelle sul Biogas, al punto che la “Valenza Po Green Energy” ha contestato la decisione negativa della Provincia presentando delle integrazioni al progetto per cui la società avrebbe potuto fare ricorso al Tar se la Provincia non le avesse valutate. Ed ecco il perché d’una nuova convocazione della conferenza dei servizi per il progetto dell’impianto di biometano. In consiglio comunale intanto divampa la polemica col Partito Democratico sulle barricate per bocca dei consiglieri Davide Varona, Marilena Griva e Salvatore Di Carmelo, che accusano senza mezzi termini il sindaco Maurizio Oddone di superficialità su una vicenda ambientale che ha coinvolto tutta la cittadinanza, anche alla luce del fatto che il primo cittadino della Città dell’Oro non ha mai avuto una posizione pregiudiziale riguardo all’impianto stesso, salvo poi cambiare opinione data la forte e massiccia mobilitazione popolare, contraria al progetto. La vicenda è tornata sul tappeto in seguito alla determina 512 adottata dalla Dirigente settore Ambiente del Comune di Valenza, pubblicata nell’albo pretorio on line il 21 settembre scorso, della quale il sindaco Oddone diceva di non saperne niente per poi aggiungere che si trattava di un atto “fine a sé stesso senza nessuna autorizzazione”. Tutto ciò mentre la “Valenza Po Green Energy” aveva chiesto alla Provincia di Alessandria l’annullamento in autotutela del provvedimento di “messa agli atti” dell’istanza approfittando del fatto che l’Ente non si era ancora pronunciato in merito.