Alessandria (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e stavolta devo scrivere su quella squadra di calcio ultrasfigata che è l’Alessandria. Ieri sera tardi patron Enea Benedetto (foto in alto) ha deciso di non farci vivere neppure una serena vigilia d’una partita attesa come quella di domani a Renate facendo del “soffoco” e licenziando, tramite lettera personale (anzi con un suo solito infantile editto imperiale infarcito di strafalcioni) il di lui neo assunto dt Ninni Corda (foto a destra – pare abbia realizzato di averne perso la stima dopo le ultime cronache bresciane, forse costava troppo o magari entrambe le cose), il nuovo team manager Jurgen Damoni (foto a sinistra) e, già che c’era, pure il neo segretario generale Filippo Marra Cutrupi (foto sotto a destra – del quale però non sappiamo se il suo contratto fosse già stato trasmesso in Lega oppure ancora in sospeso). Abituati a questi colpi di teatro ci sarebbe poco da meravigliarsi delle alzate d’ingegno presidenziali se non fosse che sarebbe già stata fissata la data dell’atto di cessione delle sue quote di maggioranza del club (60%) ad Andrea Molinaro che, nei giorni scorsi, aveva provveduto a pagare con fondi propri scadenze in capo alla società. Molinaro nel frattempo ha pensato bene di fare a meno dei suoi due soci di minoranza Tonetto e Maione, coi quali ha intrapreso le trattative di acquisto dell’Alessandria Calcio. Situazione di difficile lettura perché, se da una parte questa tragicommedia sembra una “partita a Ciapanò” dall’altra potrebbe prefigurare l’arrivo di altri attori in commedia e quindi diventerà un “torneo di Scopone”. D’altra parte ad accelerare i tempi della tragicommedia grigia sono tante le scadenze che il club dovrà onorare entro pochi giorni mentre continuano ad arrivare notifiche di decreti ingiuntivi per cifre rilevanti, quindi qualcosa bisogna fare. Il tutto tenendo conto che tra i licenziati c’è il direttore tecnico targato Molinaro così come il team manager, mentre Marra Cutrupi era stato individuato da uno che passava di lì, tutti comunque assunti da Enea Benedetto. Non immaginiamoci però che questa puntata del “Truman Show” sia finita qui. Intanto siamo curiosi di vedere chi si presenterà davanti al notaio la prossima settimana e – in base all’esito della seduta notarile – sapremo se ci sarà la restaurazione dei licenziandi oppure se il Presidente showman decida di integrare i ruoli vacanti con personaggi scelti da lui. Nella fattispecie spero che abbia mano felice rispetto alle minchiate fatte fin qui. C’è una terza possibilità: Enea potrebbe vendere comunque a stretto giro di posta ma non alle persone con le quali aveva già siglato un compromesso fin troppo strombazzato, bensì ad altri ancora. A essere pignoli ci sarebbe anche una quarta opzione: se, come sostengono in molti, Enea è il responsabile della Polizia Mortuaria nominato da Di Masi (foto a sinistra) per portare il club all’eutanasia, allora si terrebbe la maggioranza in attesa di una dolce dipartita dell’Alessandria Calcio. Sia come sia, Benedetto risponde al ritratto che ho fatto (io solo, peraltro) al suo arrivo, quando l’avevo giudicato come “inadeguato al ruolo” perché privo di quel minimo di cultura sportiva e di quella passione che motiva ogni dirigente che si rispetti, deficit non sanabile con la sola buona volontà. E Alain Pedretti (con l’accento sulla “i” – foto a destra), cioè il 40% del pacchetto azionario attuale, che farà? Guarderà con lucreziano distacco questa “Guerra” oppure deciderà di scendere dal suo eremo franco-svizzero e partecipare attivamente alla giostra? Se non ci fossero di mezzo i Grigi, seguire queste vicende di “normale” calcio mandrogno per il sottoscritto sarebbe divertente ma, purtroppo, non è così. Spassoso invece pensare a quale posizione prenderà, se si disegneranno nuovi equilibri, l’addetto stampa ombra dei Grigi, nonché addetto stampa della Curva e inoltre pure addetto stampa di un socio mancato. Infatti il brillantissimo, informatissimo, potentissimo e premiatissimo giornalista di cui sopra, al sentirne solo il nome, aveva descritto Corda alla piazza come persona inaffidabile. Salvo, pochi giorni dopo, riabitarlo perché gli era sfuggito il particolare che era proprio l’isolano il personaggio sul quale puntava un socio mancato nonché cliente dell’agenzia di comunicazione “Chi fa da sé fa per tre”. Come se non bastasse, il “Premio Pulitzer de Noantri” s’era impegnato – questa è però stata attività delegata al giornale dove è stipendiato – a ristrutturare la figura pubblica del Ninni con dosi massicce di botulino al punto che, in un suo articolo a commento delle ultime vicende nelle quali il manager sardo è stato coinvolto, l’ha giudicato e assolto con formula piena come fa sempre con gli amici: neppure l’avvocato di Corda avrebbe saputo essere così generoso. Adesso mica vorrà prendersela con Benedetto, dopo averlo ricevuto a braccia aperte e averlo benevolmente accolto tra le sue spire durante le prime “tragiche” intuizioni presidenziali, così come ha lavorato ai fianchi Di Masi per un annetto fino all’esilio volontario scelto dall’ex patron dopo nove anni di sviolinate; oppure ancora, accusare questo o quello solo perché non gli hanno baciato l’anello? Sempre che il giornalistissimo non conosca già la soluzione della sciarada mandrogna e sia pronto ad accogliere qualche altro ancora con tutti gli onori, salvo poi girargli le spalle non appena si alza un po’ di brezza sul naso. Sono questi i miserabili quanto lugubri giochini sulla pelle di un club glorioso che ha divertito tutti, emozionato tanti, arricchito qualcuno e che adesso versa in uno stato comatoso apparentemente irreversibile.
E io pago.