Asti – Botte, insulti, agenti penitenziari che finiscono al pronto soccorso vittime delle violenze di detenuti esagitati (quasi tutti extraeuropei). La situazione non è quella di un Paese civile e diventa insopportabile. Per questo ieri è iniziata la protesta della polizia Penitenziaria al carcere di Quarto. Dopo tre aggressioni in 24 ore ai danni di due colleghi i sindacati hanno indetto una forma di agitazione anche con lo sciopero della fame per cui molti agenti di custodia hanno rifiutato di usufruire del servizio mensa. Martedì si sono fermati fuori dai cancelli del carcere facendo sapere che non se ne sarebbero andati fino a quando non situazione non fosse stata chiarita. In serata è arrivata la provveditrice regionale Rita Russo che ha dato ampie rassicurazioni e ha preso in mano la situazione, ma i detenuti violenti non sono ancora stati trasferiti, come richiesto da tutti i sindacati della polizia Penitenziaria. Tre agenti sono stati aggrediti nell’arco di un mese e mezzo. Il primo a ottobre era stato preso a cazzotti in faccia in sala mensa. In questi giorni altri due casi ai danni di altrettanti agenti che sono finiti al pronto soccorso. Il primo è successo durante un controllo di routine all’ingresso del carcere, il secondo sempre ad opera del trio coinvolto nella rissa del pomeriggio, con uno dei tre che ha aggredito un altro agente in servizio che stava facendo il suo giro serale e che lo aveva invitato a rientrare in cella. La mattina successiva lo stesso agente preso alle spalle in infermeria da due detenuti è stato picchiato a sangue e ha dovuto ricorrere alle cure ospedaliere. Il carcere di Quarto da casa circondariale è diventato casa di reclusione ad alta sicurezza. Ospita circa 250 carcerati che devono scontare lunghe pene, soprattutto per reati mafiosi ed ergastolani.